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Auto elettrica: il 61% degli italiani non ne ha mai guidata una

di Marco Triulzi - 15/04/2025

 

La diffusione delle auto elettriche in Italia è in crescita, ma il ritmo resta ancora contenuto. I dati Unrae relativi al primo trimestre del 2025 mostrano che le vetture elettriche registrate sono state 23.019, in aumento del 75,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un risultato incoraggiante, ma che si inserisce in un contesto dove la quota di mercato resta ancora limitata, pari al 5,2%. Per comprendere le ragioni di questa diffusione ancora timida, la società di consulenza Areté, ha analizzato il rapporto tra gli italiani e le auto a corrente, constatando come la maggioranza degli intervistati non ne abbiamo mai guidata una.

Costi elevati, il principale freno

Secondo lo studio di Areté, i prezzi elevati rappresentano ancora il maggiore ostacolo alla diffusione delle auto elettriche. Il 47% degli intervistati (con un aumento significativo di 37 punti percentuali rispetto al 2023) sostiene infatti che i costi delle vetture elettriche siano troppo alti per prenderle in considerazione.

La percezione diffusa è che i modelli elettrici siano ancora economicamente fuori portata per molti italiani. Facciamo un esempio prendendo in considerazione un modello declinato nelle versioni termica ed elettrica come la nuova Lancia Ypsilon: la versione a benzina parte da circa 25.000 euro, mentre per la corrispondente elettrica si parte da 34.900 euro. Una differenza di quasi 10.000 euro, non certo pochi.

Ma il listino non racconta tutta la storia. Le case automobilistiche stanno proponendo soluzioni finanziarie più vantaggiose per i modelli elettrici, spesso con tassi di interesse più bassi rispetto alle versioni termiche. A questo si sommano gli sconti diretti dei produttori e gli incentivi governativi o regionali, che in alcuni casi possono abbassare significativamente il prezzo finale. Ad esempio, in questo periodo sono attivi i contributi della Regione Lombardia.

Limiti infrastrutturali e autonomia

Altro punto critico evidenziato dalla ricerca riguarda l’infrastruttura per la ricarica e l’autonomia percepita delle auto elettriche. Secondo il report Areté, il 26% degli intervistati ritiene che le colonnine di ricarica siano ancora insufficienti e il 18% continua a considerare l’autonomia come un ostacolo.

Per quanto riguarda la distribuzione di colonnine sul territorio nazionale non siamo messi così male come pensiamo. La rete di ricarica italiana è tra le più sviluppate in Europa, soprattutto lungo le principali arterie autostradali, dove non mancano colonnine di ricarica rapida e ultra rapida (vedi QUI). Il problema, semmai, non è tanto la diffusione quanto la disomogeneità: nelle aree urbane e sulle autostrade la copertura è buona, mentre nelle zone più periferiche o rurali si avvertono ancora delle carenze. E nel Mezzogiorno la diffusione non è ancora capillare come nel Nord Italia.

Quanto all’autonomia, il tema va rapportato all’utilizzo reale. Nella maggior parte dei casi, gli spostamenti quotidiani coprono distanze ben inferiori a 100 km. Autonomie ampiamente gestibili da qualunque modello elettrico oggi sul mercato. Il discorso cambia per i tragitti più lunghi: vacanze, trasferte, seconde case. In questi casi, è necessario pianificare almeno una sosta presso una colonnina ultra fast, cosa che può risultare scomoda o inaccettabile per chi è abituato alla rapidità di un pieno tradizionale.

Inoltre, il sistema di ricarica pubblica richiede una certa familiarità con le tecnologie digitali: app dedicate, account per operatori diversi (come Enel X o A2A), gestione dei pagamenti online. Per chi non è avvezzo all’uso dello smartphone, tutto ciò può diventare una barriera.

Scarsa esperienza e poca informazione

Ma c’è un punto che più di altri viene messo in evidenza dal report: la scarsa conoscenza e l’esperienza limitata con le auto elettriche. Il 61% degli italiani non ha mai guidato un’auto elettrica e il 56% non ha mai neanche richiesto un preventivo per questo tipo di veicolo. Tra chi ha richiesto informazioni, soltanto il 34% ha poi effettivamente concluso l’acquisto. Le ragioni dietro questa esitazione le abbiamo viste nei paragrafi precedenti. Emerge chiaramente da queste percentuali quanto la scarsa conoscenza possa scoraggiare chi sta valutando l’idea di acquistare un’auto elettrica in futuro.

Per cui allo stato attuale delle cose alla domanda “se dovessi cambiare l’auto oggi quale alimentazione sceglieresti?” il 41% degli intervistati ha indicato l’ibrido, seguito dall’elettrico al 27% e poi da benzina e diesel, pari merito al 12%. L’ibrido sta prendendo il posto delle motorizzazioni tradizionali, perché è una tecnologia che concilia al meglio i vantaggi e le comodità del motore termico (breve sosta dal distributore per esempio) con l’efficienza e la sostenibilità dell’elettrico. Colpisce la seconda posizione dell’elettrico, addirittura sopra benzina e diesel. Segnale chiaro dell’interesse crescente verso questa tecnologia. Interesse che va sostenuto, afferma Massimo Ghenzer, Presidente di Areté, “da un rilevante calo dei prezzi medi dei modelli alla spina presenti sul mercato”.

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