
La parola d’ordine è Cina. Il numero di brand messi a disposizione del mercato italiano abbonda. Dopo la prova di Omoda 5, passiamo ad un’altra vettura di origine cinese: la DFSK E5 Phev. Quale tecnologia la distingua non è un mistero, visto l’acronimo che “certifica” la presenza di un sistema ibrido plug-in. Quanto invece alla tipologia di formato, la vettura non poteva essere che un Suv. Alla fine piacciono a tutti, o almeno così i numeri del mercato dicono.

Ma la E5 di casa DFSK si pone come la punta di diamante della gamma. Gamma che in Italia è distribuita dall’importatore e distributore China Car Company. Il marchio è parte del Gruppo Dongfeng, rispetto al quale ha scelto una strategia commerciale differente. C’è da capire se in futuro non ci saranno sovrapposizioni di prodotto, ma resta il fatto che il prezzo di 36.888 euro resta concorrenziale rispetto alle potenziali competitor.
Cominciamo con il sottolineare che il Suv cinese guardi non sono all’universo premium, ma pure a quello degli Sport Utility maxi (almeno secondo i nostri standard). Infatti la E5 è lunga 4,76 metri, larga 1,87 e alta 1,71. Dato più interessante quello del passo, pari a 2,79 metri, perché apre la strada ai sette posti di serie.

Al di là dei gusti personali, non ci sono elementi che la distinguono dalla massa di veicoli che hanno invaso il mercato negli ultimi anni. Per essere un Suv lo potremmo definire tradizionale nell’aspetto. Che, come rivali di altri brand ma dalla medesima provenienza, opta per una calandra decisamente grande e per fare piuttosto sottili, che tendono quindi a sottolineare la “bocca larga”.
Veniamo subito alla questione dei sette posti. Scivolano sotto il pianale, così da non inficiare nella volumetria del vano di carico quando si viaggia in cinque. Ma sono adatti ad ospitare una coppia di bambini o di adulti non particolarmente alti. L’accesso è relativamente agevolato dalla possibilità di far scorrere in avanti il sedile posteriore oltre che di reclinarlo. Il comando potrebbe però risultare un po’ duro nell’azionamento.

Dicevamo che le sedule della terza fila vengono risposte nel piano quando non vengono impiegate. Una soluzione comoda da ogni punto di vista, ma che di fatto limita lo sviluppo in altezza del bagagliaio. La cui capacità è di appena 375 litri quando si viaggia in 5. In sette lo spazio è ridotto ai minimi termini, mentre abbassando seconda e terza fila la volumetria si fa davvero più interessante: 2.215 litri.

Quanto invece alla scenografia di bordo, anche in questo caso l’originalità non è l’elemento di spicco, essendoci alcuni elementi che richiamano la produzione di altri costruttori, anche nella grafica di quadro strumenti digitale e display touch. Due elementi che formano una sorta di maxi schermo che percorre buona parte della plancia, con quello al centro da 10,25” che presiede le funzionalità legate all’ambito infotainment.
In Italia la DFSK E5 sarà ibrida alla spina. Da una parte un 4 cilindri aspirato a benzina da 1,5 litri di cilindrata con una potenza massima di 81 kW (110 cv), dall’altra un elettrico da 130 kW (180 cv). A tirare le file di questa trazione anteriore (non sono attualmente previste versioni a quattro ruote motrici) un cambio automatico e-CVT.

La capacità della batteria agli ioni di litio è di 17,52 kWh. Quanto basta, stando ai dati dichiarati, per percorrere 87 km in modalità 100% elettrica. Non abbiamo potuto verificarlo in prima persona perché la vettura in prova aveva una carica inferiore al 2%, e quindi di fatto operava come una full-hybrid tradizionale. Detto questo servono quattro ore di tempo per una carica completa. Tutto il comparto, sempre su carta, dovrebbe garantire 1000 km di autonomia complessiva. Meglio di 8,8 litri per 100 km non siamo però riusciti a fare.
Si è sempre un po’ scettici quando si tratta di auto cinesi, ma l’impostazione da ammiraglia a ruote alte invece c’è tutta. Non l’abbiamo maneggiata per molti chilometri, però le prime sensazioni sono positive. Lo sterzo è particolarmente leggero, mentre il “rapporto” tra trasmissione e complesso ibrido sembra migliore rispetto a certe blasonate Toyota. L’effetto frizione che slitta sembrerebbe essere eliso quasi definitivamente.

La percezione premium forse non è ancora al proprio apice, però per essere una debuttante, almeno sul nostro mercato, il potenziale c’è tutto. Da segnalare la qualità del comfort acustico, grazie alla presenza dei doppi vetri laterali. Per il resto rimane un Suv dalla stazza importante, piacevole per una passeggiata, non certo per il galoppo.
Il prezzo di listino di 36.888 euro è omnicomprensivo. Una cifra in linea con quella di una rivale come MG EHS, la cui offerta è similare. Ma la gamma importata da China Car Company è davvero completa, se siete degli amanti dei Suv. La E5 attualmente è l’unica provvista di motorizzazione ibrida plug-in mentre tutte le altre sono dotate dell’alternativa benzina/GPL (l’impianto è stato sviluppato da Landirenzo).
Tra queste la nuova Glory 600 che, proprio come la E5, mette sul piatto la comodità dei 7 posti avendo anche dimensioni analoghe. La vettura è spinta da un propulsore 1.5 TGDi sovralimentato a benzina, in grado di erogare 185 cv di potenza e 300 Nm di coppia massima. Però il prezzo è di 25.588 euro.
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