
Renault 4 E-Tech Electric. Se tutti si lasciano affascinare dalle piccole crossover, perché non svilupparne una in chiave rétro? Soprattutto quando si può capitalizzare l’eredità di un modello che, a suo modo, sfidava senza timore i terreni dissestati e le scomodità cittadine dall’inizio degli anni 60? Ecco, un’ulteriore ricetta della “Renaulution” è servita.
Anzitutto la propulsione punta tutto, unicamente, sull’azzeramento delle emissioni. Niente varianti ibride, dunque, proprio come per la R5 di cui viene ripresa la base meccanica. Qui la lunghezza cresce di ben 22 cm (fino a 4,14 metri) e il passo di 8 (2,26), istituendo fra le due la medesima relazione, nelle parole della stessa Casa, che lega Clio e Captur.

In più, qui l’altezza libera da terra lievita addirittura a 18,1 cm, ovvero 4 in più rispetto alla sorella elettrica e perfino 1,2 in aggiunta alla “cugina” termica. Insomma, non si gioca affatto: la R4 scala davvero in un altro segmento, anche perché può montare il controllo trazione Extended Grip con modalità fango e neve e, se non bastasse, trainare rimorchi fino a 750 kg.
Tutto ciò, racchiuso in una confezione dichiaratamente sofisticata. Colori pastello (fra cui il verde Hauts-de-France che rende omaggio alla regione della città di Maubeuge dove la vettura sarà assemblata, con molti fornitori nel raggio di 300 km al massimo), cerchi sempre da 18” (dai nomi ispirati a serie speciali francesi del passato quali Jogging, Sixties, Parisienne), terza luce trapezoidale, nervature sulle porte riprese dalla versione GTL (che furoreggiò sulla R5, ma pazienza), volumi squadrati.

E poi, soprattutto, la calandra “monoblocco”, in verità nata nel 1967 ma identificata da Renault come rappresentativa del modello e dunque sublimata in un’edizione illuminata a led senza soluzione di continuità, per una larghezza di 1,45 metri che regala al frontale un piccolo primato tecnologico. Piacerà alle signore (e ai signori) che fanno della città un palcoscenico?
Se si cerca il massimo dei fronzoli, la superficie di 80×91 cm del tetto apribile elettrico in tela Plein Sud garantisce la giusta dose di raggi solari e visibilità.

Risultato? Combinando verniciature monocromatiche, bicolori o Extended Black (con padiglione, cofano e parte del paraurti in nero), mescolando ruote, barre portatutto e capote, aggiungendo i rostri in disponibili in due tinte, si ottengono ben 670 personalizzazioni. E pensare che un tempo si poteva, al massimo, ordinare i finestrini posteriori scorrevoli anziché fissi…
L’interno gioca di conseguenza sulla fascinazione della moda, con la medesima plancia della R5 e i suoi schermi fino a 10,1” abbinati, però, a tessuti più elaborati, riciclati per i due allestimenti superiori e simili al denim sull’intermedio Techno. Del resto, in Francia la R4 viene identificata da anni come “l’auto in blue jeans” (no, non ha nulla a che vedere con il titolo di un telefilm italiano centrato su una coppia di genitori).

Per completare “l’arredamento”, fra gli accessori post-vendita compaiono pure portaoggetti in plastica di recupero, stampati in 3D presso l’ex-stabilimento di Flins. Ma si può anche ordinare, sia mai ci si perda la prima dell’opera a teatro, un raffinato impianto audio Harman-Kardon ripreso dalla Scénic.
In compenso, la praticità non latita. Le misure agevolano l’abitabilità in altezza e gli spazi per le ginocchia di chi siede dietro, mentre le attenzioni per la quotidianità stuzzicano: sui retroschienali dei sedili anteriori, per esempio, compare una doppia tasca munita di portacellulare.

Interessanti anche i 23,3 litri di vani e scomparti, fra cui 9,2 per gli occupanti di seconda fila. A convincere davvero, tuttavia, si rivela la seduta del passeggero davanti ribaltabile a tavolino, che permette di stivare oggetti lunghi fino a 2,20 metri! Altro piccolo gioiello, il bagagliaio: generoso, ben 420 litri, molto regolare e bardato di ganci ed elastici, offre pure un doppiofondo da 35 litri con duplice coperchio, per poterlo sfruttare separatamente o accedervi quando metà baule risulta occupato.

Eccellente pure la soglia di carico a soli 61 cm dal suolo, veramente un gradito ritorno al passato! Peccato solo manchi la panchetta posteriore scorrevole cui altre Renault hanno abituato.
E l’autonomia? Come per la R5, si prevede una motorizzazione Comfort Range con batteria da 52 KWh e unità elettrica da 110 kW (o 150 cv) e 245 Nm, capace di 400 km nel ciclo WLTP, in alternativa alla Urban Range con accumulatori da 40 kWh, propulsore da 90 kW (120 cv) e 225 Nm per circa 300 km.

Entrambe raggiungono 150 km/h (la più potente brucia poi l’accelerazione 0-100 km/h in 8,5 secondi) e si ricaricano dal 15 all’80% in 30 minuti. L’elettricità può anche fluire dalla vettura verso apparecchi esterni, come un barbecue o una bicicletta a pedalata assistita, e per favorire l’economia viene finalmente proposta la guida One Pedal.
Con l’aggiunta della centralina dell’ESP di nuova generazione, che dimezza i tempi di reazione dell’assistente alla frenata d’emergenza, e degli almeno 26 Adas di serie su tutta la gamma, il corredo di moderne rassicurazioni elettroniche non delude affatto. Senza dimenticare il baricentro basso legato alle batterie e, al pari che sulla sorella, il retrotreno multilink.
La R4 è per caso diventata precisa da guidare? Allora non c’è più religione! Niente paura: Renault garantisce sospensioni e sterzo ammorbiditi in ossequio al comfort. Mai tradire le origini… Per averne contezza su strada, basterà aspettare il lancio previsto nel 2015.
Noleggio a lungo termine: i 10 consigli per scegliere bene. Dall’anticipo al canone, dai servizi alla restituzione dell’auto
Comprare auto cinesi conviene davvero? Oltre 50 auto tra cui scegliere. Abbiamo analizzato l'offerta di MG, BYD, Omoda e tutti gli altri brand del Dragone. Attenzione però ai falsi risparmi....