Il settore finanziario sta assumendo un ruolo sempre più centrale nella spinta verso la sostenibilità ambientale, in particolare nel settore automobilistico, che rappresenta una delle industrie chiave per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Un recente studio di S&P Global Mobility, intitolato “Decarbonizing Finance: Unveiling Hidden Carbon Emissions in Financial Markets”, evidenzia l’importanza di misurare le emissioni finanziate, ovvero le emissioni di gas serra derivanti dagli investimenti effettuati da banche, società di investimento e compagnie assicurative.
A differenza delle emissioni dirette generate dalle attività operative di un’istituzione, come l’utilizzo di energia negli uffici o i viaggi di lavoro, le emissioni finanziate rappresentano l’impronta climatica complessiva risultante dall’allocazione di risorse finanziarie a entità che, attraverso le loro operazioni, possono contribuire alle emissioni di gas serra. In altre parole, si tratta delle emissioni associate ai prestiti, agli investimenti e alle attività di sottoscrizione che gli istituti finanziari erogano a favore di aziende e progetti.
Per comprendere appieno l’impatto ambientale del settore economico globale e la responsabilità delle diverse realtà produttive, è fondamentale considerare tutte le categorie di emissioni definite dal protocollo sui gas serra (GHG):
Nel caso dell’industria automobilistica, la misurazione delle emissioni finanziate comporta la valutazione dell’impronta di carbonio delle entità che ricevono finanziamenti, inclusi i progetti per lo sviluppo di nuovi modelli, la costruzione di impianti produttivi e le aziende che producono veicoli.
Tuttavia, l’approccio attuale alla misurazione delle emissioni finanziate nell’industria automobilistica è disomogeneo e presenta diverse criticità. Alcuni istituti finanziari considerano solo le emissioni allo scarico (dal serbatoio alla ruota), ignorando le emissioni generate durante l’intero ciclo di vita del veicolo, dalla produzione delle materie prime fino allo smaltimento a fine vita. Altri tengono conto dell’intero ciclo di vita dei veicoli, ma la qualità dei dati utilizzati per misurare e riportare le emissioni varia notevolmente, con alcune banche che non rivelano i punteggi di qualità dei dati che utilizzano.
Questa mancanza di uniformità e trasparenza rende difficile confrontare l’impatto ambientale dei diversi investimenti e valutare il reale contributo degli istituti finanziari alla decarbonizzazione del settore automobilistico. La crescente attenzione da parte di enti regolatori, investitori e opinione pubblica sulla trasparenza e la responsabilità del settore finanziario nella lotta al cambiamento climatico spinge verso l’adozione di standard più uniformi e trasparenti per la rendicontazione delle emissioni.
L’impegno del settore finanziario nel migliorare i sistemi di misurazione delle emissioni e nell’influenzare le strategie di sostenibilità aziendale è fondamentale per guidare la decarbonizzazione del settore automobilistico. Gli istituti finanziari, infatti, hanno un ruolo chiave nell’indirizzare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili e nel promuovere l’adozione di tecnologie e processi produttivi a basse emissioni di carbonio.
La collaborazione tra case automobilistiche, istituti finanziari ed enti regolatori offre opportunità significative per l’innovazione e il progresso. Adottando pratiche contabili più uniformi e trasparenti, incentivando la ricerca e lo sviluppo di tecnologie a basso impatto ambientale e promuovendo la diffusione di veicoli elettrici e a idrogeno, gli istituti finanziari possono svolgere un ruolo chiave nell’accelerare la transizione del settore automobilistico verso un futuro a basse emissioni di carbonio.
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