
Nel mentre che gli incentivi 2024 vanno via via esaurendosi, come già successo per le vetture elettriche, ce ne sono altri che invece si “sbloccano”. Dal 19 giugno partono infatti quelli dedicati alla conversione delle auto benzina in benzina/gpl o benzina/metano.
Un’operazione retrofit che quindi non implica l’acquisto di un nuovo veicolo, bensì la trasformazione del proprio. Ovviamente non tutte le vetture hanno accesso a questo genere di operazione, ma soltanto quelle appartenenti alla classe di inquinamento Euro 4 a salire. Quindi per quelle antecedenti, come ad esempio le Euro 3, non c’è nulla da fare.
Come asserito poc’anzi, all’interno dei fondi stanziati dal governo rientrano anche le “trasformazioni” bifuel. Il fondo nello specifico è pari 9.992.463,21 euro e prevede i seguenti sconti: 800 euro per il metano e 400 per il GPL. L’erogazione degli incentivi non ha effetti retroattivi ed è destinate dalla classe Euro 4 in su.
Non ci sono vincoli legati all’Isee e tantomeno alla tipologia di vettura. Ovviamente bisogna considerare i tempi legati al fermo macchina necessari alla trasformazione. Ovviamente lo sconto vale soltanto se si tratta di prima installazione e non di sostituzione di impianti datati. Quindi l’auto destinata al retrofit deve, di base, essere monofuel. In media un nuovo impianto a metano ha un costo che si aggira a circa 3000 euro (sconti esclusi). Mentre ce ne vogliono circa la metà (1500 euro) per uno a gas propano liquido.
Ma bisogna altresì considerare che, nel caso delle auto alimentate a gpl, ci possano essere delle restrizioni in termini di parcheggio. Cosa che invece non accade se preferite passare al metano.
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