
Dimenticate le auto elettriche e le normative sulle emissioni. In Brasile, il dibattito sui veicoli si sposta su lidi decisamente più… acquatici. Un recente disegno di legge propone infatti di rendere obbligatoria la produzione di auto anfibie per le case automobilistiche operanti nel Paese.
L’obiettivo? Nobile quanto inusuale: garantire una risposta più rapida ed efficace in caso di inondazioni, salvaguardando così vite e beni. Il disegno di legge 1824/24, proposto dal deputato Clodoaldo Magalhães, si basa sull’idea che la disponibilità di auto anfibie possa contribuire a salvare vite umane, specialmente nelle zone frequentemente colpite da alluvioni. Secondo Magalhães, questi veicoli potrebbero garantire una risposta più rapida ed efficace durante le emergenze, offrendo una maggiore protezione sia alle persone che ai loro beni.
Ma la strada verso l’auto anfibia di serie è ancora lunga e tortuosa. Il disegno di legge deve superare numerosi ostacoli burocratici e politici prima di diventare legge. E anche in quel caso, sorgono dubbi sulla fattibilità economica di un progetto del genere.
I tentativi di commercializzare veicoli anfibi in passato non hanno avuto grande successo. Tra i più noti si ricorda l’Amphicar, una decappottabile anfibia prodotta in Germania negli anni ’60, con poco meno di 4.000 unità realizzate, la maggior parte destinate al mercato statunitense. Più recentemente, l’azienda Gibbs ha lanciato l’Aquada (vedi foto sotto), un veicolo anfibio che, nonostante l’innovazione tecnologica, ha avuto una produzione limitata.

Se l’iniziativa brasiliana avrà un esito differente o meno, sarà il tempo a dirlo, ma una cosa è certa: la strada per la commercializzazione di veicoli anfibi su larga scala è lunga e irta di ostacoli, sia tecnici che economici. I costi di sviluppo e produzione di un veicolo in grado di muoversi sia su strada che in acqua sono elevati, e il mercato potenziale è di nicchia.
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