“Se il quadro normativo verrà confermato, entro il 2035 saremo un brand totalmente elettrico. Fino ad allora, continueremo a offrire motori endotermici, che al momento assicurano una fruibilità maggiore e costi inferiori”. È questo uno dei punti più importanti affrontati da Patrice Lévy-Bencheton, direttore Performance prodotto di Dacia, a ulteriore conferma che il marchio rumeno bada al sodo e che le elezioni europee di giugno potrebbero fare venire meno la certezza che nel 2035 non si potranno più vendere auto, se non completamente elettriche.
Detto ciò, comunque un’auto 100% elettrica c’è, nella gamma Dacia, ed è appena stata rinnovata: stiamo parlando ovviamente della Spring. Inoltre, un’altra Bev arriverà nel 2027/2028 con la prossima serie della Sandero (che sarà anche elettrica, non esclusivamente).
fino a qualche anno fa i nostri clienti provenivano dall’usato, ora provengono da altri marchi, talvolta persino premium, segnale che hanno deciso di utilizzare in modo diverso i propri soldi
Un altro tema caro a Patrice Lévy-Bencheton è quello del posizionamento di Dacia: “Non siamo un brand low cost, bensì best value for money”. In verità questo cambiamento Dacia lo afferma da qualche anno, ormai, almeno dalla presentazione della Duster di seconda generazione. Ciò significa che si bada al sodo, che i clienti trovano solo ciò che cercano, ma che non si mira a ridurre i costi senza se e senza ma. Prova ne sia il fatto che se “fino a qualche anno fa i nostri clienti provenivano dall’usato, ora provengono da altri marchi, talvolta persino premium, segnale che hanno deciso di utilizzare in modo diverso i propri soldi”.
Coerentemente con il desiderio di soddisfare i bisogni veri dei clienti, nel futuro di Dacia continuerà a esserci il Gpl: “Ha un ruolo fondamentale nella decarbonizzazione, dal momento che taglia le emissioni del 10% rispetto al motore solo a benzina. Per questo motivo, e ovviamente perché rappresenta una forza dal punto di vista commerciale, lo diffonderemo il più possibile nella gamma”.
Parlando di nuovi modelli in arrivo, il direttore Performance prodotto di Dacia ha dichiarato che il focus è il segmento C; il principale, in Europa, per volumi di vendita. L’aspetto meno scontato di questo discorso riguarda la tipologia di auto in arrivo. Non una suv. Sì, avete letto bene: la prossima novità Dacia non sarà una sport utility. Cosa sarà dunque? Facile pensare a una compatta più grande della Sandero, che andrebbe a posizionarsi nella fascia della Golf, per capirci. Ancora non si sa però se la carrozzeria sarà a due o tre volumi. Non ci sono dubbi invece sulla piattaforma sulla quale nascerà: Cmf-B, la stessa di Bigster e nuova Duster.
A proposito di Bigster, suv lunga circa 4,6 metri che si posizionerà al vertice della gamma, Patrice Lévy-Bencheton ha assicurato che ci sarà anche in versione 4×4 con trasmissione meccanica (dunque le ruote posteriori non saranno azionate da un motore elettrico). Questo perché la piattaforma Cmf-B lo consente e perché in casa Renault ci sono già le tecnologie per farlo a costi ragionevoli.
Quest’ultimo è una sorta di mantra, perché anche a domanda specifica sul possibile arrivo di una Sandero ibrida la risposta è stata che Dacia ci sta pensando e che l’ibrido Renault è già pronto. “Si tratta solo di capire se è ciò che il nostro cliente desidera”. Alla fine, sempre lì si torna: il cliente ha sempre ragione. E il successo di Dacia sul mercato dà ragione a… Dacia.
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