
Il 2025 sarà ricordato come l’anno in cui le auto cinesi hanno definitivamente “parcheggiato” nei garage degli italiani. Se il Salone Auto Torino dello scorso settembre aveva anticipato il trend con oltre 50 modelli esposti su 90, la chiusura dell’anno conferma i numeri di una crescita che ormai può e deve essere considerata importante. Non è più solo una questione di volumi, ma di varietà di modelli: citycar elettriche, c-suv a benzina, station wagon plug-in e ammiraglie hi-tech. Insomma, ce né davvero per tutti i gusti. Inoltre, le auto cinesi possono contare su dotazioni di sicurezza al top, tanto da posizionarsi stabilmente tra le vetture più sicure del mercato nelle classifiche Euro NCAP.
Mentre ci affacciamo al 2026, però, l’entusiasmo della novità lascia spazio a domande più pragmatiche. Questa corsa sfrenata al mercato europeo reggerà l’urto della quotidianità? Chi tra questi marchi garantirà un valore residuo accettabile? E, soprattutto: chi avrà la forza di gestire l’assistenza post-vendita quando i numeri diventeranno importanti?
In questo articolo realizzeremo una “mappa” aggiornata a fine 2025 di tutti i marchi cinesi presenti sul nostro territorio.
È il vero tema caldo per chi acquista oggi le auto del Dragone. Non tutti i marchi sono uguali: realtà consolidate come MG, DR e Byd, hanno aperto magazzini ricambi direttamente in Italia per abbattere i tempi di attesa. Altri brand, specie quelli appena sbarcati tramite importatori paralleli, potrebbero richiedere attese più lunghe in caso di riparazioni complesse. Il consiglio? Verificare sempre la capillarità dell’officina autorizzata più vicina a casa.
È la regina del mercato “made in China” in Italia. Dietro al marchio storico inglese c’è il colosso Saic, primo costruttore cinese. MG ha chiuso un 2024 e 2025 da record grazie a una rete capillare e, soprattutto, a un magazzino ricambi italiano che ha rassicurato la clientela.
I bestseller del momento:


I brand del gruppo Chery Automobile, che insieme a Saic è il maggior esportatore, hanno avuto un impatto fortissimo nel 2025. Hanno puntato su design futuristici e motori benzina concreti e super ibridi, oltre che sull’elettrico.

Il gigante mondiale delle auto elettriche continua la sua espansione. A differenza di altri, Byd produce tutto in casa, dalle batterie ai chip. I modelli chiave:

Non sono “cinesi” in senso stretto, ma molisani. Tuttavia, DR importa e assembla componentistica Chery e Baic. Il loro punto di forza nel 2025 rimane l’alimentazione GPL di serie su quasi tutta la gamma.


È stata la grande offensiva del 2025. Le vetture arrivano tramite DF Italia, importatore ufficiale controllato in gran parte da Car Mobility. Il colosso di Stato cinese può contare su una gamma completa. Ecco i modelli da tenere d’occhio:
| Modello | Tipologia | Focus |
|---|---|---|
| Box | citycar | Elettrica stilosa, 310 km autonomia |
| Mage | suv Medio | Linee aggressive, ibrido plug-in da 355 cv |
| Huge | suv Grande | Il nome dice tutto: spazio per famiglie |
| Vigo | crossover compatto | Arrivo previsto Gennaio 2026 |
Punta tutto sul rapporto qualità-prezzo. La Glory 500 (benzina/GPL) parte da 16.500 euro, una cifra ormai rara per un suv sui listini europei.
Distribuito da TC8, membro UNRAE e parte del Gruppo Franco Tomasi, www.forthing-auto.it. Il modello di punta è Friday, suv disponibile ibrido ed elettrico attorno ai 30.000 euro.

Un nome italiano (marchio attivo in Italia tra gli ’70 e ’80, diventato celebre per le motociclette da cross) per un cuore cinese (Shineray). La SWM Motors in Italia è distribuita da Campello Motors. Propone suv di dimensioni medio grandi come la SWM G01, costruita in Cina dalla Shineray e disponibile in Italia da 25.990 euro, equipaggiata con il 1.5 turbo a benzina da 139 cv associato al cambio automatico a doppia frizione a 7 rapporti. Offrono tanto spazio a poco prezzo: la G01 parte da 23.990 euro. La novità di fine anno è la G03F Super Hybrid (QUI) proposta a 28.900 euro.

La Cirelli Motor Company è una realtà italiana che importa BAIC. Propone diversi modelli identificati con numeri progressivi che vanno da 1 a 8. Tra le vetture presenti in gamma, la Cirelli 4, suv a sette posti basata sulla BAIC X55 e alimentata con motore 1.5 bifuel benzina-gpl da 177 cv. Prezzi da 30.800 euro.
Eurasia Motor Company, azienda bresciana specializzata nell’esportazione dei veicoli della Cina, lavora sui volumi proponendo vetture con un favorevole rapporto qualità/prezzo. come la EMC 4 (da 16.200 euro). Per gli appassionati è arrivata la 212, un fuoristrada duro e puro che ricorda le Jeep del passato: prezzo da 39.900 euro.

Non è un marchio cinese qualunque poiché è partner strategico di Stellantis, il che garantisce una rete di vendita e assistenza appoggiata ai concessionari Fiat/Peugeot.
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Marchio specializzato su veicoli da lavoro. Importato da EMC, il Tunland G7 è un pick-up robusto. La novità 2026 è il Tunland V9, enorme e mild-hybrid.
Tecnologia allo stato puro. Hanno debuttato da poco in Italia:
Brand di Geely. La 01 (suv plug-in) rappresenta una buona opzione per chi preferisce il noleggio flessibile all’acquisto.
Il lusso scandinavo con passaporto cinese. Gamma 100% elettrica e sportiva:



Il gruppo proprietario di Volvo ha ufficialmente introdotto il proprio marchio in Italia. Si parte con la EX5, suv elettrico, per poi allargare la gamma agli ibridi nel 2026.
Con un’offerta così vasta, il budget rimane la discriminante principale. Ecco una sintesi delle proposte per fascia di prezzo (listini indicativi Dicembre 2025).
| Fascia | Modelli Chiave | Il nostro parere |
|---|---|---|
| Low Cost (< 20.000 €) |
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Vincono per concretezza. Spesso full optional a prezzi inferiori alle citycar europee base. Attenzione però ai consumi dei motori benzina. |
| Mainstream (20-35k €) |
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Il cuore del mercato. Qui i cinesi vincono grazie alla tecnologia ibrida e allo spazio: offrono dimensioni da C-SUV al prezzo di un B-SUV. |
| Premium (> 40.000 €) |
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Sfida diretta alle tedesche. Tecnologia superiore (software, sistemi multimediali reattivi e ADAS al top), ma resta l’incognita sulla tenuta del valore dell’usato nel tempo. |
*Prezzi di listino indicativi aggiornati a Dicembre 2025.
Il 2025 è stato l’anno dell’invasione commerciale. Il 2026 potrebbe essere l’anno della selezione naturale. Con così tanti marchi sul piatto (siamo a quasi 20 brand), è probabile che non tutti riusciranno a radicarsi con la stessa forza. Del resto anche la stessa Cina ha recentemente disciplinato l’esportazione, stabilendo, a partire dal 2026, precisi criteri per le aziende che vogliono esportare i propri veicoli in Paesi extra-Cina.
Per il consumatore italiano la sfida si sposta dal prezzo alla fiducia. Vincerà chi saprà garantire non solo un listino aggressivo, ma un’assistenza rapida, ricambi disponibili in pochi giorni e una rete di concessionari fisici vecchia scuola dove poter parlare con una persona e non solo con un chatbot.
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