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Ford, perché la strategia in Europa è un disastro

di Emiliano Ragoni - 14/07/2025

Ford Transit Custom Nugget, avventura e comfort in veste rinnovata

La Ford in Germania ha raggiunto un accordo con il consiglio di fabbrica e il sindacato IG Metall per un piano di protezione occupazionale che coinvolge oltre 10.000 dipendenti dello stabilimento di Colonia. L’intesa, valida fino al 2032, prevede un corposo pacchetto di uscite volontarie, con 2.900 esuberi annunciati già a novembre 2023.

Ristrutturazione dolorosa

L’operazione rientra in un più ampio processo di ristrutturazione che Ford sta portando avanti nel Vecchio Continente, segnato da scelte drastiche. Dopo i tagli a Colonia, è infatti attesa la chiusura dello stabilimento di Saarlouis, dove viene prodotta la Focus.
“La riorganizzazione di Colonia è inevitabile”, ha dichiarato il responsabile del consiglio di fabbrica, Benjamin Gruschka. “Ma le condizioni economiche delle uscite volontarie sono generose e ben superiori alla media del settore”.

Tuttavia, lo stesso Gruschka ha ammesso che il futuro produttivo del sito di Colonia resta tutt’altro che definito.

Investimenti elettrici, risultati deludenti

Ford ha investito 2 miliardi di dollari per trasformare Colonia in un hub per la produzione di veicoli elettrici. Un progetto che avrebbe dovuto rappresentare il cuore della strategia europea del marchio. Ma la realtà dei numeri si è dimostrata impietosa. Le vendite di EV in Europa non sono cresciute come previsto, complice una domanda ancora debole e la concorrenza asiatica.

La Ford stessa ha chiesto al governo tedesco maggiori incentivi e un piano concreto per accelerare lo sviluppo della rete di colonnine, considerato un nodo strategico per sostenere la transizione.

La spinta elettrica non ha funzionato

Nonostante le promesse e gli investimenti, la strategia europea della società americana sul fronte elettrico appare oggi fallimentare. I ritardi nei lanci dei modelli, le difficoltà nel penetrare mercati competitivi come quello tedesco e le incertezze legate alle politiche ambientali europee hanno messo in mostra l’inadeguatezza della visione della Casa dell’Ovale Blu.

Le suv elettriche Explorer e Capri, assemblate proprio a Colonia, non stanno dando i risultati sperati. Entrambe sono frutto di un accordo strategico siglato con il Gruppo Volkswagen; le due EV sono ingegnerizzate sulla stessa piattaforma MEB utilizzata dalle elettriche ID.

L’Europa ha bisogno di altre tipologie di modelli

La Ford fino a qualche anno fa rivestiva un ruolo di primaria importanza in Europa, grazie a modelli di volume con l’utilitaria Fiesta, uscita di produzione, e della media Focus, che veniva proposta in diverse declinazioni di carrozzeria (anch’essa verso la dismissione). Senza dimenticare la Mondeo, modello che nel Vecchio Continente ha sempre registrato ottimi consensi. L’attuale gamma dell’Ovale Blu è composta da modelli di fascia media, che sono essenzialmente suv: Puma, Kuga, Explorer, Capri e Mustang Mach-E.

Numeri alla mano, la Casa nel 2024 ha venduto in Europa 309.441 vetture, contro le 348.679 del 2023, con un -13,7%. Segno meno che emerge anche in questi primi sei mesi del 2025: 133.919 unità contro le 136.639 dello stesso periodo del precedente anno (-2%).

È evidente che la strategia che i vertici della società hanno predisposto non ha dato i risultati sperati e l’attuale gamma non è riuscita a rispondere a quelle che sono le attuali esigenze del mercato.

Dagli Usa ancora scommettono sull’Europa, tanto che a inizio anno il management a stelle e strisce ha deciso di supportare la ristrutturazione della controllata del Vecchio Continente con 4,4 miliardi euro. Fondi destinati a finanziare il programma di rilancio.

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