Testo di Emiliano Ragoni
Quanto cambia l’autonomia dell’auto elettrica con il freddo? Dipende. Sicuramente con le basse temperature la batteria fa molta più fatica a mantenere il suo range ottimale di funzionamento. Questo fattore, unitamente all’impiego del circuito di climatizzazione, fa scendere la percorrenza anche di oltre il 30%.
I Paesi scandinavi, dove gli inverni sono particolarmente rigidi, sono molto attenti al problema dell’autonomia per questo conducono degli approfonditi test di guida invernale. Come l’ultimo realizzato da Motor and NAF (NAF sta per Norwegian Automobile Association), che ha confrontato 24 diversi modelli di elettriche.
Nello specifico, le elettriche sono state impiegate per percorrere il medesimo percorso ed è stata considerata l’autonomia dichiarata dal costruttore e omologata con il ciclo europeo WLTP e quella nelle condizioni reali di utilizzo nei climi invernali. La prova è stata svolta con temperature comprese tra -6 e +7.
Le risultanze del test sono molto interessanti e per nulla scontate. Nella tabella sopra (il modello in cima è quello con lo scarto più elevato, quindi il peggiore) si può infatti notare che è la Polestar 3 l’elettrica più performante, con un margine significativo, perdendo solo il 5,18% della sua autonomia (560 km quella dichiarata, 531 km quella effettiva). Inoltre, l’EV del marchio di proprietà del Gruppo Geely, è quello che ha percorso la distanza maggiore nonostante sia il sesto in classifica considerando la percorrenza omologata con il ciclo WLTP.
La berlina della Casa americana, che nella versione Long Range RWD ha l’autonomia nominale più elevata, pari a 702 km, è risultata la quarta peggiore EV, perdendo il 24,39% della percorrenza (702 km quella dichiarata WLTP, 530,8 km la percorrenza effettiva). Praticamente la Tesla Model 3 con una singola ricarica ha percorso la medesima strada della Polestar 3.
Si può poi constatare che nella top 5 sono presenti ben due modelli della BYD: la BYD Tang è al secondo posto e la BYD Sealion 7 al quinto. Questo dato, unito al risultato della Lotus Emeya, quarta, conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che le elettriche cinesi sono temibilissime.
La vettura che ha registrato lo scostamento maggiore tra autonomia dichiarata WLTP, 510 km, e autonomia effettiva, 347 km, è risultata la Peugeot E-3008, con uno scarto percentuale del 31,9%.
Le batterie elettriche sono progettate per funzionare a una certa temperatura. Tollerano scostamenti anche elevati da tale temperatura ottimale di funzionamento ma i processi chimici che regolano la carica e scarica dell’energia diventano meno efficienti quanto maggiori sono gli scostamenti. Inoltre, nelle stagioni rigide o molto calde il consumo del circuito di climatizzazione aumenta, rendendo ancora più marcate le diversità. Per questa ragione un’auto elettrica che abbia una autonomia omologata di 400 km ne può percorrere anche 450 d’estate e solo 350 d’inverno.
Le Case automobilistiche negli ultimi mesi hanno lavorato molto all’ottimizzazione dell’autonomia, operando in modo specifico sul BMS, Battery management system. Un sistema come la pompa di calore (spesso è disponibile come optional), costituito da un compressore, un evaporatore e un condensatore, che catturano il calore residuo emesso dai componenti elettrici del veicolo, riciclando questa energia per riscaldare l’abitacolo, consente di ridurre i consumi anche del 10%.
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