
Testo di Mattia Eccheli
Tutto, o quasi, in due frasi inevitabilmente legate all’ultima trimestrale, archiviata senza soddisfazioni dai grandi costruttori di Stoccarda. Porsche e Mercedes-Benz hanno chiuso con un calo del fatturato tra il 5 e il 6% e margini operativi in flessione del 27 e del 64%. “Vogliamo mantenere i motori a combustione in funzione molto più a lungo ed essere il più flessibili possibile. Il divieto del 2035 per i motori a combustione deve venire abolito”, ha detto Lutz Meschke, il responsabile delle finanze di Porsche.
Gli ha fatto eco il collega di Mercedes-Benz Group Harald Wilhelm che ha parlato di risultati finanziari che “non soddisfano le aspettative che ci eravamo fissati” anticipando che il gruppo valuterà ogni investimento (“ribalteremo ogni sasso”, secondo un detto tedesco) per adattare i propulsori a combustione per capire cose è necessario e cosa no.
Meschke non ha fornito dettagli sulla correzione di rotta di Porsche, che aveva ipotizzato di totalizzare l’80% dei propri volumi con modelli esclusivamente elettrici entro il 2030, ma l’appello alla retromarcia comunitaria sul bando del 2035 è “pesante”. Il capo delle Finanze non ha chiarito che tipo di aggiornamenti sono previsti, ma non è escluso che ci siano interventi sulle piattaforme.

Almeno finora, la 911 e la Panamera, appena rilanciata, avrebbero dovuto essere gli ultimi modelli ad alimentazione convenzionale ad approdare sul mercato: Meschke ha detto che è già stata presa in considerazione l’ipotesi di rivisitare le architetture per prolungare ulteriormente il ciclo di vita delle due vetture. La decisione non è stata tuttavia ancora presa. La Cayenne termica continuerà a venire commercializzata a fianco della declinazione elettrica verosimilmente più a lungo di quanto immaginato.
Tra le varie incognite, perché l’industria europea ha bisogno di più tempo per adeguare i costi ed essere competitiva con quella asiatica, ci sono anche le scadenze relative alla 718 e al nuovo grande Suv K1 (la sigla con cui è noto finora), entrambi pensati per debuttare solo a zero emissioni. Le difficoltà in Cina – il cui contributo ai volumi è sceso dal 32% al 18% – sono state in parte bilanciate dal mercato della Corea del Sud. Nuove soddisfazioni potrebbero arrivare dall’India.
La Repubblica Popolare preoccupa anche Mercedes-Benz, che nel più grande nazionale al mondo ha dovuto fare i conti con una serie di problemi, inclusi i sostegni alla rete di vendita. Wilhelm ha confermato che la strategia orientata al lusso non cambierà e che la casa con la Stella punterà ancora di più sulla personalizzazione e sulle gamme AMG e Maybach malgrado proprio l’offerta cinese venga considerata troppo costosa con le ammiraglie EQS e EQS Suv.

La svolta dovrebbe avvenire con le più piccole Classe C e GLC elettriche e con la futura CLA. Mercedes-Benz è riuscita a posizionare in maniera più importante le compatte e pertanto c’è fiducia anche sull’accoglienza della CLA Shooting Brake, della GLA e della GLB. Nei primi 9 mesi del 2024 il costruttore ha contabilizzato una flessione delle vendite di elettriche (-22%) che rischia di complicare il raggiungimento dei più severi limiti sulle emissioni di CO2 fissati dall’UE a partire dal 2025.
Secondo l’analisi della ICCT, Mercedes-Benz dovrebbe passare da 109 a 91 g/km: poche altre case hanno un divario così alto da colmare per evitare le sanzioni. Il nuovo interesse per le plug-in potrebbe soccorrere la casa con la Stella, ma Wilhlem ha ricordato la possibilità del “pooling”, la condivisione delle emissioni con altri costruttori per mediare il dato finale. Per contenere i costi, il costruttore di Stoccarda punterà ancora di più sulla standardizzazione dei veicoli e degli acquisti e sulla revisione della capacità produttiva degli stabilimenti.
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