
Testo di Roberto Sposini
Nel giugno scorso il primo annuncio. Omoda e Jaecoo, entrambi brand (per ora ancora semisconosciuti) del gruppo cinese Chery, annunciano l’arrivo sul mercato italiano dei primi modelli, Omoda 5 e l’elettrica Omoda 5 EV. Dal porto di Shanghai a Livorno, Genova, per poi “invadere” il Belpaese con oltre 40 showroom distribuiti un po’ su tutto il territorio italiano.
Appena un mese dopo, si aggiungono altri dettagli. Alle caratteristiche tecniche – in parte già comunicate – dei due primi modelli, il primo un Suv compatto 1.6 benzina a cui si aggiunge un equivalente modello elettrico con un’autonomia di circa 450 km, si aggiungono altri tasselli della strategia.
Si parte da Omoda 5 (per ora solo in versione endotermica, per l’elettrica non sono stati comunicati i tempi), con prezzi a partire da 27.900 euro, a cui si aggiunge il lancio (a partire da settembre) di un secondo modello, Jaecoo 7, nelle versioni benzina e ibrida plug-in. Marchi e modelli, Omoda e Jaecoo, destinati ad avere target e pubblico diversi.

Ma partiamo dalle caratteristiche definitive del crossover Omoda 5: motore 4 cilindri 1.6 turbo benzina, potenza 146 cavalli e una coppia massima di 278 Nm. La trasmissione è affidata a un cambio a 7 rapporti a doppia frizione. Fra i dati comunicati, quello sull’accelerazione (0 a 100 km/h in 7 secondi) e la presenza delle tre modalità di guida: Eco, Normal e Sport.
La dotazione di sicurezza può includere fino a 16 sistemi di assistenza alla guida, sicurezza valutata con le 5 stelle da EuronCap. Passando agli interni di Omoda 5, da segnalare veicolo sono dotate di un il doppio schermo da 10,25 pollici, con immagini panoramiche a 360 gradi, la possibilità di variare l’illuminazione interna scegliendo fra ben 64 colori, sistema audio a 8 altoparlanti e di sedili sportivi. Presente anche un sistema di purificazione dell’aria a ioni negativi per migliorare il comfort di bordo.
Insomma, mentre Bruxelles alza i muri del protezionismo stangando le case auto cinesi con extra dazi dal 17 al 38% sulle elettriche, dimostrando di non aver tratto insegnamenti dagli anni Ottanta, quando un analoga misura sulle importazioni di auto giapponesi si rivelò un totale fallimento. L’industria cinese risponde rafforzando la sua presenza, nel caso di Omoda e Jaecoo non solo nel mercato italiano e in Europa, ma in 5 continenti, con 6 centri di ricerca e sviluppo, 17 stabilimenti, oltre 4 mila concessionari partner e più di 80 mila addetti in tutto il mondo.
Per capire di cosa stiamo parlando, nel 2023 i volumi di vendita del gruppo Chery hanno raggiunto 1,88 milioni di auto. “In Europe for Europe” il claim che annuncia l’inizio dell’ingresso in Europa, in qualche modo una dichiarazione di intenti di come il gruppo cinese intende “costruire rapidamente solide capacità di vendita e di assistenza, per diventare – spiega una nota – a medio e lungo termine un’azienda veramente europea con un centro ricerca e sviluppo locale, una produzione on-site e un approvvigionamento efficace sul Continente”.
Secondo passo, “creare un rapporto win-win con tutte le parti interessate, dalla governance europea a fornitori, concessionari, clienti, istituzioni finanziarie, e tutti i partner dell’ecosistema, per raggiungere un successo comune e condiviso”. Una strategia in cui l’Italia sembra destinata ad avere un ruolo centrale, dove “cresceremo consolidando partnership locali e radicheremo ulteriormente il nostro rapporto con questo meraviglioso Paese”, firmato Zangshan Zhang, vice president Chery automobile.
Noleggio a lungo termine: i 10 consigli per scegliere bene. Dall’anticipo al canone, dai servizi alla restituzione dell’auto
Comprare auto cinesi conviene davvero? Oltre 50 auto tra cui scegliere. Abbiamo analizzato l'offerta di MG, BYD, Omoda e tutti gli altri brand del Dragone. Attenzione però ai falsi risparmi....