Condividi con:

Honda S2000, che katana affilata

di Redazione - 24/08/2024

Testo di Francesco Mosconi, fotografie Massimiliano Serra

Estate del 2003, detta anche “la terribile” per l’ondata di caldo fuori misura. Un dodicenne assapora la libertà dalla scuola appena terminata. Trascorre interminabili pomeriggi al gusto Fanta a giocare alla PlayStation, accompagnato dall’inconfondibile cantilena di un ventilatore. Il gioco? GranTurismo, ovviamente.

Il ragazzino si allena per diventare un pilota sempre più valente, sempre con gli occhi fissi dentro quello schermo da 12 pollici. Data l’età, non sa ancora guidare davvero, ma nel videogame se la cava bene, ha una macchina preferita che usa sempre e invariabilmente. Lei: la Honda S2000.

Vent’anni dopo, per uno strano gioco del destino, il caldo è quasi lo stesso, l’ex dodicenne beve ancora litri di Fanta, ma oggi si trova al cospetto − per davvero − di quell’Excalibur, di quella lama affilata che trafiggeva il tubo catodico. Ora lei è qui, in tutto il suo splendore. Quindi, eccolo di fronte alla Honda S2000. Ovviamente non è la prima volta che mi ci trovo davanti (sì, esatto, l’ex ragazzino sono proprio io), ma stavolta è diverso perché sono qui per provarla e, come puoi immaginare, la cosa mi emoziona molto.

Honda S2000, lo sapevi che

Tanti auguri Honda! Facciamo solo un piccolo passo indietro. Nel 1998, la volontà di Honda era quella di festeggiare degnamente i suoi 50 anni con un mezzo in grado di condensare il meglio di quanto la tecnologia nipponica sapesse proporre, impacchettandolo in funzione di un’esperienza di guida pura e senza compromessi, anche perché in quegli anni il segmento si stava popolando di concorrenti agguerrite e temibili: Bmw Z3, Porsche Boxster, Mercedes-Benz Slk, giusto per citare le più celebri.

Honda S2000, che katana affilata

E allora eccolo, il coniglio dal cilindro: la S2000. Affilata come una katana, compatta, muscolosa, bella da qualsiasi parte la guardi, anzi, detto fra noi, forse ancora più seducente oggi rispetto al lancio commerciale, avvenuto nel 1999. A presentarmela è Giulio. Questo splendido esemplare color Silverstone Metallic è suo. “Sono il secondo proprietario, il primo la acquistò a Treviso. Io l’ho trovata a Modena con 59 mila km. Oggi ne ha 61 mila: insomma, come hai capito cerco di usarla con parsimonia”.

Mi viene spontaneo chiedergli perché abbia scelto proprio la S2000 e la sua risposta somiglia molto a quella che immaginavo: “Perché è un’auto con prestazioni e contenuti straordinari. Ed è estremamente sottovalutata”. Già, è proprio il caso di parlare di qualcosa fuori dall’ordinario.

Questione di tiro

Quando sali a bordo, o forse dovremmo dirla meglio, quando ti cali all’interno di quell’angusto abitacolo, l’occhio ti cade subito su un dettaglio: il fondoscala del contagiri posizionato oltre quota 9000. No, in quel di Tokyo non hanno peccato di tracotanza, i regimi raggiungibili dalla S2000 sono davvero quelli.

Il gioiello nascosto sotto il lungo cofano è un autentico prodigio della tecnica. Partiamo dal presupposto che il pedigree di quest’auto è davvero super: il suo ingegnere responsabile era Shigeru Uehara, il papà della mitica Nsx. Una garanzia. Ma qui il team Honda si è davvero superato, perché l’allungo sembra quello di una moto sportiva.

Honda S2000, che katana affilata

Il quattro cilindri aspirato di due litri sprigiona una potenza specifica obiettivamente impressionante, parliamo di 120 cv/litro… chi altro li faceva a quell’epoca? E non è tutto, perché il motore è abbinato a un ottimo cambio manuale a sei rapporti molto corti, che in uscita di curva ti fa godere sul serio. Appena c’è un dritto, poi, capisci cosa la rende davvero diversa da tutte le altre spider che puoi trovare in questa fascia di prezzo: l’erogazione e la spinta.

Honda S2000, la doppia anima

Fino ai 5000 giri la senti scattante senza mai essere brutale, cioè è bella reattiva ma non ti prende a calci la schiena… finché poi, giunta a quel limite dove le altre iniziano a calare, comincia a dare il meglio e diventa un proiettile che ti incolla al sedile e ti fa urlare di felicità, complice quell’incredibile senso di controllo che il telaio e le sospensioni ti restituiscono in ogni situazione.

Una ragazza prodigio, insomma, grazie a questo Vtec, che non te l’ho ancora detto, ma ha una voce meravigliosa, roca al punto giusto, è una fonte inesauribile di piacere. Come accennavo poco sopra, anche il telaio è eccellente. Mi ha colpito sulle strette strade di montagna, in discesa, dove la S2000 sembra imbullonata all’asfalto. Certo, l’assetto è rigido, anzi rigidissimo, ma è giusto così. Il baricentro molto basso, la ripartizione dei pesi 50:50 e le sospensioni di grande qualità ti consentono di prevedere sempre ogni reazione. Insomma, ci ritrovi il classico gokart, facile e immediato da interpretare.

All’epoca dev’essere stato uno shock (positivo) per gli amanti delle sportive fare conoscenza con questo inedito telaio High X-Bone Frame. Il progetto è particolare: il tunnel centrale funge da spina dorsale e si collega ai longheroni anteriori e posteriori, formando una sorta di croce che, con telaio e pianale, compone una struttura particolarmente leggera e performante per una spider, rigida e sicura quanto un’auto chiusa. Capito perché è così bella da guidare?

Honda S2000, le cose da sapere

Ma è tutto oro quel che luccica? No. D’accordo, è fantastica e te l’ho detto in mille modi. Promesso, non lo ripeto più. Ma ce li avrà pure dei difetti, no? Provo a chiederli a Giulio ma nisba, lui la guarda con gli occhi dell’amore e fatica a trovarli. Io invece qualcuno lo vedo: anzi, il primo mi appare evidentissimo e si chiama abitabilità.

Chi come me è di stazza superiore alla media (più in profondità che in altezza, ahimè) fatica a trovare una posizione di guida comoda e, anche sistemandosi dal lato del passeggero, non è che vada poi tanto meglio. Infatti, con quell’enorme tunnel centrale, le ginocchia risultano molto sacrificate e, quando lo sportellino che cela l’impianto audio è aperto, ti ritrovi a fare il fachiro: non benissimo, ma d’altronde hai voluto l’High X-Bone Frame? Già, quindi adesso ti tocca soffrire in silenzio…

Poi però, quando scendi dalla S2000 ti viene subito voglia di aprire le app di annunci per cercarne una. Comprensibilissimo. Il mio consiglio è di pensare bene a quello che vuoi davvero, a mente fredda. Ricorda che nel traffico il Vtec soffre un po’ e che ha bisogno di essere tirato per esprimersi al meglio; che in generale il comfort a bordo è relativo e, inoltre, sulla capacità di carico è meglio sorvolare.

Honda S2000, che katana affilata

Ma se queste cose per te non sono fondamentali, beh, allora vai! La Honda S2000 è quella giusta. A patto di trovarne una non troppo pasticciata, cioè quelle in stile Fast and Furious che anche no, grazie.

Potrebbe interessarti

Jaguar Mark X di Madonna all’asta

Il 9 ottobre verrà battuta all'asta di H&H Classics un esemplare unico: la Jaguar Mark X 4.2 appartenuta a Madonna

di Redazione - 17/09/2024

Al volante del Suv elettrico Audi SQ6 e-tron quattro

Al volante del Suv elettrico Audi SQ6 e-tron quattro

Insieme alla versione meno prestante Q6, questo è il primo modello di Ingolstadt nato sull'architettura PPE, la stessa di Porsche Macan

di Redazione - 16/09/2024

Podcast

in collaborazione con Aci Radio

Il Punto di Pierluigi Bonora

Il Direttore di ACI Radio Pierluigi Bonora fa il punto sul fatto più rilevante della giornata offrendo spunti di riflessione per una corretta informazione.