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Volkswagen: “Caso Nexperia”, produzione a rischio a Wolfsburg

di Redazione - 24/10/2025

Testo di Mattia Eccheli

La nuova crisi dei semiconduttori legata alla nazionalizzazione da parte dei Paesi Bassi di Nexperia, ex controllata della Siemens rilevata qualche anno fa dalla cinese Wingtech, rischia di fermare la produzione automobilistica.

Volkswagen ha garantito il funzionamento delle linee di produzione di Golf e Tiguan a Wolfsburg per tutto il mese di ottobre.

Il Gruppo ha precauzionalmente già chiesto la Kurzarbeit all’Agenzia del Lavoro

A quanto pare la prossima scadenza è quella di mercoledì e, riferiscono i media tedeschi, il costruttore si sarebbe già fatto autorizzare precauzionalmente la Kurzarbeit dall’Agenzia del lavoro, un ammortizzatore sociale previsto dalle nome della Germania.

Il Gruppo non è cliente diretto della Nexperia, che produce microprocessori su larga scala seppur non ad alto valore aggiunto. Quest’ultimi sono impiegati soprattutto dai fornitori e utilizzati tra gli altri per i sistemi di controllo di motori, trasmissioni, airbags, climatizzatori, schermi, freni e via elencando. Oltre alla Volkswagen, rischiano di avere problemi anche gli altri marchi generalisti: Seat/Cupra, Skoda e Audi.

Caso Nexperia: i modelli importanti sono salvi?

Come ha confermato un portavoce, il colosso tedesco si sta confrontando da tempo con altre aziende, per assicurare la fornitura dei semiconduttori che servono per la realizzazione dei componenti di cui ha bisogno per l’assemblaggio dei propri veicoli.

Analogamente a quanto accaduto nel corso della precedente crisi dei microprocessori, è probabile che, almeno nel breve, il Gruppo decida di trasferire le scorte ancora disponibili sui modelli più “importanti”, come la stessa Tiguan e la Touareg. Senza alternative, i problemi rischiano di estendersi anche ad altri stabilimenti e, sempre stando alle informazioni raccolte dai colleghi tedeschi, tra gli altri ci sarebbero i siti di Emdem e Zwickau.

La “buona notizia” per il Gruppo è che con il suo 67esimo compleanno va in pensione il suo (ex) manager più pagato, Herbert Diess, sostituito nel ruolo di Ceo da Oliver Blume. Dal 25 ottobre il manager non sarà più a libro paga: un risparmio non inidifferente, visto che nel solo 2024 ha incassato 11 milioni e 163.768 euro e qualche centesimo. Nei tre anni in cui non ha servito come numero uno ha ricevuto più di 30 milioni di euro.

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