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Gli USA bloccano la vendita di auto con tecnologie cinesi e russe

di Marco Triulzi - 15/01/2025

Washington punta a limitare drasticamente l’ingresso di veicoli provenienti da Cina e Russia nel mercato americano, con misure mirate a tutelare la sicurezza nazionale e a rafforzare l’industria interna. La decisione, destinata a scuotere il settore automobilistico globale, segna un nuovo capitolo nella competizione tecnologica tra le potenze mondiali.

Un blocco che colpisce software e hardware

Ai suoi ultimi giorni di mandato presidenziale, l’amministrazione Biden ha ufficializzato nuove regole che impediranno quasi del tutto la vendita di veicoli cinesi e russi negli Stati Uniti. Al centro delle misure, la volontà di eliminare dal mercato americano ogni componente software e hardware di origine cinese e russa nei veicoli connessi. La decisione, annunciata dal Dipartimento del Commercio, ha lo scopo di prevenire potenziali minacce alla sicurezza nazionale, come spiegato dalla Segretaria al Commercio Gina Raimondo: “Non vogliamo scoprire, quando sarà troppo tardi, che due milioni di auto cinesi sulle nostre strade rappresentano un pericolo per il Paese”.

Secondo il piano, il divieto sui software entrerà in vigore con i modelli del 2027, mentre quello sull’hardware sarà operativo dal 2029. Inoltre, le nuove regole vietano alle aziende cinesi di testare veicoli a guida autonoma su suolo statunitense. Non saranno colpiti dalle restrizioni i  veicoli pesanti, come gli autobus elettrici, consentendo in questo modo a produttori come BYD di continuare a operare in alcuni segmenti del mercato. Un ulteriore passo è previsto nei prossimi mesi con il potenziale estendersi del divieto ai software e hardware nei veicoli commerciali più grandi.

Ripercussioni per l’industria e proteste delle case automobilistiche

Le nuove regole hanno già suscitato forti reazioni tra i produttori globali. Marchi statunitensi come General Motors e Ford, che attualmente importano alcuni veicoli dalla Cina, potrebbero esser costretti  a dover rivedere i propri piani. Anche Polestar, il marchio svedese controllato dalla cinese Geely, ha espresso preoccupazione avvertendo l’amministrazione americana che le nuove normative potrebbero impedire completamente la vendita dei suoi modelli negli Stati Uniti.

L’Alleanza per l’Innovazione Automobilistica, che rappresenta colossi come Toyota, Volkswagen e Hyundai, aveva richiesto un anno aggiuntivo per conformarsi alle nuove disposizioni, ma la richiesta è stata respinta. Nel frattempo, il recente aumento delle tariffe sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi e l’inserimento di importanti aziende come CATL nella lista nera del Dipartimento del Commercio evidenziano un irrigidimento generale nei confronti della Cina. Va aggiunto che la transizione tra l’amministrazione Biden e quella entrante di Donald Trump, che ha espresso posizioni ancora più dure nei confronti di Pechino, potrebbe accentuare ulteriormente queste tensioni.

Fonte: Reuters

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