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Chi sarà il successore di Tavares?

di Redazione - 24/09/2024

Stellantis cerca il successore di Tavares

Testo di Mattia Eccheli

Troppa efficienza per continuare. Il contratto di Carlos Tavares, il Ceo di PSA prima e Stellantis poi, scade agli inizi del 2026 e stando a quanto riferisce l’agenzia Bloomberg sarebbe già cominciata la ricerca del suo successore. Lo stesso top manager verrebbe coinvolto nel processo di selezione, che si preannuncia lungo e complesso.

Momento difficile negli Stati Uniti e utili in calo del 48%

Il dirigente portoghese, già numero due di Carlos Ghosn in Renault, è atteso da mesi difficili perché dopo aver tagliato posti di lavoro, razionalizzato la gamma e ridotto i costi si trova a dover fare i conti (e gli azionisti con lui) con risultati che, scrive Bloomberg, stanno aumentando l’insoddisfazione di John Elkann, il presidente del gruppo. In particolare è l’andamento del mercato del Nord America, la cassaforte di Stellantis, ad essere sotto le attese.

Nel solo secondo trimestre di quest’anno, i volumi negli Stati Uniti hanno subito una flessione del 24% con conseguenze significative sulla capitalizzazione di Borsa visto che l’utile netto del primo semestre è crollato del 48%. Poi ci sono le tensioni sindacali, tanto che in un video su youtube il numero uno della UAW United Auto Workers) Shawn Fain aveva definito Tavares come “il problema”.

Il Ceo lusitano, che come altri manager ha avviato nella propria terra un’attività vinicola, è l’ago della bilancia nei delicati equilibri interni di Stellantis: 5 membri del CdA scelti dalla parte francese e altrettanti da quella italo americana. Solo che Tavares arrivava da PSA e le sue nomine hanno chiaramente sbilanciato il gruppo verso quello da cui proveniva.

Sempre ai “ferri corti” con il governo italiano

Il 66enne (23,5 milioni di stipendio per il 2024 dopo i 36,5 del 2023, bonus incluso) guida Stellantis dalla sua costituzione, nel 2021, e ha ottenuto risultati importanti sul fronte dei profitti, tanto da raggiungere una delle redditività più alte fra i gruppi generalisti. Ma, appunto, l’eccessiva efficienza (l’elevato contenimento dei costi) ha portato alla luce una serie di problemi. A cominciare da quelli che riguardano le reputazione dei marchi: anche i rivenditori non sembrano più essere troppo soddisfatti dell’attuale gestione, di sicuro nel Nord America, dove Tavares è stato individuato come il “nemico comune”.

Anche internamente la situazione appare tesa, come confermano i recenti addii di una serie di dirigenti di alto e altissimo livello. Anche nel Vecchio Continente non ci sono praticamente più funzionari di rango senza un doppio o un triplo incarico. Per non parlare dell’Italia, dove l’esecutivo e Tavares sono sempre ai ferri corti. In qualche modo, il nuovo Ceo dovrà essere allo stesso tempo più “conciliante”, ma sempre rigoroso sui conti, che sono quelli che preoccupano proprietà e investitori.

Luca de Meo, uno degli ex “Marchionne boys” adesso alla guida del gruppo Renault, è una delle “suggestioni” della campagna di reclutamento. Stellantis ha bisogno di un manager di spessore, con grande esperienza internazionale e conoscenze profonde delle realtà americana e cinese, con progetti visionari. Un identikit che corrisponde a pochi dirigenti. E, infatti, potrebbe anche arrivare da altri settori industriali: una scelta già compiuta da altri costruttori.

 

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