
Testo di Mattia Eccheli
Sacrifici per tutti. La IG Metall, la sigla delle tute blu tedesche, e il Consiglio di Fabbrica hanno elaborato un piano alternativo a quello di Volkswagen per limitare, in Germania, gli effetti di quello “lacrime e sangue” (chiusura di stabilimenti e soppressione di posti di lavoro) annunciato dai vertici del gruppo.
Il progetto, che verrà discusso nel corso del secondo incontro per il rinnovo del contratto di lavoro recentemente disdetto da Volkswagen, comprende rinunce “democratiche”. Cioè non solo da parte dei lavoratori, disposti a fare meno dei richiesti aumenti (7%), destinati invece ad un fondo di solidarietà per il futuro per finanziare in modo “sostenibile e responsabile” eventuali tagli, né una parte dei premi annuali, ma anche dei dirigenti e perfino degli azionisti.
La contropartita sono il ripristino della garanzia occupazionale fino al 2029 e una sorta di “pax sindacale” che eviterebbe scioperi già minacciati che rischiano di costare cari all’azienda, che verrebbe probabilmente colpita con astensioni nei siti che assemblano i veicoli ibridi e fabbricano componenti, che potrebbero penalizzare anche altre produzioni. Secondo le stime della IG Metall i risparmi sui costi, incluse le riduzioni di orario eventualmente bilanciate con il fondo di solidarietà, potrebbero raggiungere il miliardo e mezzo l’anno. Cioè oltre un terzo dei 4 immaginati da Volkswagen.
Il piano messo a punto dai rappresentanti dei lavoratori include però anche sacrifici per i dirigenti (le Porsche come auto di servizio erano già state eliminate all’inizio del 2024), chiamati a rinunciare a parte dei bonus, e perfino per gli azionisti. Poiché l’obiettivo è la salvaguardia della competitività e della solidità finanziaria dell’azienda, gli stessi proprietari dovrebbero ragionare su una diversa politica per la suddivisione dei dividendi.
In giugno, tre mesi prima dell’annuncio delle severissime misure per la riduzione dei costi che hanno destato scalpore (mai il gruppo aveva pensato di chiudere una fabbrica in Germania) e innescato polemiche, sono state staccate cedole per 4,5 miliardi di euro. Gli utili del gruppo relativi all’esercizio 2023 erano cresciuti del 13%, mentre il dividendo era aumentato del 15%. In vista del rinnovo del contratto, Volkswagen aveva invece ipotizzato un taglio lineare dei salari del 10%.
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