
La crisi del settore dell’auto sembra non avere fine. Le case automobilistiche di tutto il mondo, tra cui Volkswagen, Nissan, GM e Ford stanno eliminando posti di lavoro a causa della concorrenza cinese, della debolezza della domanda e dei costi elevati della transizione verso l’elettrificazione. Le politiche di Trump su dazi hanno contribuito a dare un altro colpo a un settore già claudicante.
A causa della situazione poco certa, molte delle Case automobilistiche tra cui Ford, Mercedes, e Stellantis, hanno deciso di ritirare le loro previsioni per il 2025. La Ferrari ha invece scelto di mantenerle.
Secondo quanto riportato dalla Reuters, tra le aziende più colpite dalla crisi c’è la Ford, i cui lavoratori in forza negli impianti tedeschi di Colonia hanno deciso di scioperare. A dichiararlo è il capo del consiglio di fabbrica a causa. Tra i lavoratori sta crescendo la tensione per i tagli ai posti di lavoro previsti nelle attività europee della Casa. Lo scorso anno l’azienda dell’Ovale Blu ha dichiarato che avrebbe tagliato il 14% della sua forza lavoro nel Vecchio Continente, soprattutto in Germania e Gran Bretagna, adducendo come motivazione la debolezza della domanda di veicoli elettrici e lo scarso sostegno governativo per la transizione energetica.
La scorsa settimana i lavoratori della Ford di Colonia hanno votato a favore di un’azione sindacale, con i rappresentanti dei lavoratori che hanno insistito affinché la direzione trovasse misure alternative per ristrutturare l’attività.
Lo scorso marzo, l’accordo raggiunto per iniettare 4,4 miliardi nell’unità tedesca, afflitta da problemi di liquidità, non sarebbe quindi sufficiente per il mantenimento delle attuali unità operative.
Non è solo la Ford a preoccupare i propri lavoratori. Anche la Nissan starebbe valutando di tagliare complessivamente 20.000 posti di lavoro, corrispondente a circa il 15% della sua forza lavoro. La notizia è stata diffusa dall’emittente pubblica giapponese NHK e riportata dall’agenzia Reuters.
La società giapponese a marzo dello scorso anno contava più di 133.000 dipendenti; lo scorso novembre ha dichiarato di voler ridurre la capacità produttiva globale del 20%.
La compagnia nipponica sta razionalizzando le proprie risorse per affrontare le nuove sfide del mercato. Sull’andamento negativo hanno impattato le scarse vendite in Cina e negli Stati Uniti, il suo mercato più importante.
La Nissan ha visto i suoi profitti quasi azzerati nell’anno appena concluso.
Secondo i risultati dell’ultimo anno fiscale (in Giappone va da Marzo 2024 al 31 Marzo 2025), la casa nipponica ha venduto 3,346 milioni di veicoli. I ricavi netti consolidati sono pari a 12,6 trilioni di yen (76,86 miliardi di euro), con un utile operativo di 69,8 miliardi di yen (425,78 milioni di euro) e un margine operativo dello 0,6%. L’utile netto registra una perdita di 670,9 miliardi di yen (–4,09 miliardi di euro).
La Nissan non ha sfruttato la “scia” della crescente popolarità dei modelli ibridi negli Stati Uniti. Inoltre, non è riuscita a capitalizzare un vantaggio iniziale nei veicoli elettrici. La Nissan Leaf è stata infatti una delle prime auto elettriche globale. Ha poi sofferto anche in Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo. Per risollevare la situazione a Pechino ha in programma di lanciare circa 10 nuovi veicoli nei prossimi anni.
L’amministratore delegato Ivan Espinosa, che ha preso il posto di Makoto Uchida come capo dell’esecutivo il mese scorso, sta ristrutturando le attività. Tra le misure che verranno prese: la chiusura dello stabilimento in Thailandia entro giugno e di altri impianti non ancora identificati.
Di seguito i punti principali del piano di ristrutturazione annunciato dal Ceo Espinosa.
Le azioni chiave del piano
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