“Jaguar Land Rover: PB Balaji è il nuovo amministratore delegato”: Articolo in sintesi
PB Balaji è il nuovo amministratore delegato di Jaguar Land Rover (JLR). PB Balaji non è un volto nuovo nel mondo dell’Automotive grazie ai suoi 32 anni di esperienza nei settori auto e beni di consumo; dal 2017 è direttore finanziario di Tata Motors. Il suo arrivo in JLR rappresenta un maggiore controllo della Tata Motors nei confronti di JLR nonché un consolidamento della strategia già in atto sotto la guida di Mardell, che va in pensione.
Secondo JLR, Balaji “collabora da anni con l’azienda e ne conosce a fondo strategia e leadership”. La sua nomina, si legge nella nota ufficiale del 4 agosto, “ci consentirà di continuare ad accelerare il nostro percorso verso la reinvenzione”.
Jaguar non produrrà alcuna auto fino a quando la nuova gamma non sarà pronta, quindi, non prima del prossimo anno. L’azienda punta a raggiungere i consumatori più giovani, essendo stata in precedenza conosciuta come uno status symbol per gli uomini di mezza età nel Regno Unito.
Un percorso non privo di ostacoli. JLR, che produce Range Rover e Defender, si trova infatti nel mezzo di complesse dinamiche globali.
Dazi doganali statunitensi in aumento, fluttuazioni valutarie e un rebranding di Jaguar in chiave lusso 100% elettrico che ha sollevato perplessità nel pubblico e persino critiche dal fronte politico americano. Il presidente Donald Trump ha definito il marchio in “assoluto tumulto” dopo una campagna pubblicitaria giudicata “woke”.
In effetti, la trasformazione di Jaguar in un brand di lusso esclusivamente elettrico, con l’obiettivo di competere con Bentley piuttosto che con Bmw e Mercedes, ha polarizzato l’opinione pubblica e suscitato più di qualche critica.
Congiuntamente, JLR si trova a fronteggiare gli effetti di nuove tariffe doganali. I suv costruiti in Slovacchia, come Defender e Discovery, sono ora soggetti a un dazio del 15% negli Stati Uniti, mentre per i modelli assemblati nel Regno Unito la tassa può arrivare fino al 25%, dopo 100.00 veicoli esportati.
Nonostante queste sfide, l’azienda ha chiuso il suo decimo trimestre consecutivo in utile, con profitti pari a 2,5 miliardi di dollari nell’ultimo esercizio. Ma l’orizzonte è più incerto: l’8 agosto sono attesi i risultati del trimestre più recente e, nel frattempo, JLR ha annunciato il taglio di 500 posizioni manageriali, citando margini in contrazione e un dollaro in indebolimento.
Balaji eredita un’azienda in transizione, che resta comunque il cuore pulsante del gruppo Tata – JLR pesa per circa due terzi sul fatturato del conglomerato indiano. La sua missione sarà quella di proseguire sulla via della reinvenzione, gestendo al tempo stesso una complessa rete di equilibri economici, industriali e d’immagine.
Il Gruppo si appresta a consegnare il suo primo modello elettrico, la Range Rover, entro la fine dell’anno. Per questo Tata Motors ha investito nel Regno Unito nella costruzione di una fabbrica di batterie destinate alle vetture a corrente.
Il rimpasto dirigenziale di JLR è l’ultimo di una serie di cambiamenti avvenuti presso le principali case automobilistiche, dopo i recenti avvicendamenti degli amministratori delegati del Gruppo Renault, Stellantis e Volvo.
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