Inizia ufficialmente l’era di Antonio Filosa in Stellantis. Il nuovo Ceo, che è stato nominato ieri e che effettivamente si insidierà il prossimo 23 giugno, si è dato subito da fare, iniziando il tour presso le fabbriche francesi e italiane. Secondo quanto riportato dall’Ansa, ieri mercoledì 28 maggio, il manager italiano ha visitato gli impianti francesi di Parigi. Oggi invece si è spostato in Italia, e, accompagnato dal responsabile europeo di Stellantis Jean Philippe Imparato, il capo delle risorse umane del gruppo nel mondo Xavier Chereau, e il capo mondiale degli stabilimenti Arnau Debouef, ha visitato l’impianto torinese di Mirafiori.
Filosa è partito dal reparto carrozzerie, dove si producono la 500 elettrica e i primi prototipi della 500 ibrida. Dopo le carrozzerie Filosa visiterà il Battery Technology Center, centro preposto ai test delle batterie, l’impianto delle trasmissioni eDct, dove si producono i cambi per le auto ibride e gli altri reparti di ingegneria. L’agenda di Filosa nel pomeriggio prevede l’incontro con i manager del mercato italiano e altri apicali del Gruppo.
Dalle linee di Mirafiori uscirà la Fiat 500 ibrida, un modello che dovrebbe assicurare a Mirafiori i volumi idonei per tenere “vivo” l’impianto e scongiurare le ripetute casse integrazioni. A Filosa i sindacati chiederanno anche di esprimersi in maniera definitiva relativamente al futuro di Maserati, che nelle ultime settimane ha visto lo spostamento della GranTurismo e GranCabrio da Mirafiori a Modena.
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I sindacati hanno accolto con largo consenso la nomina di FIlosa, Il segretario generale UILM Luigi Paone ha dichiarato a Torino Cronaca: “Apprendiamo con soddisfazione che il nuovo ceo scelto dal consiglio di amministrazione Stellantis è un italiano di formazione Fiat. Il suo curriculum fa guardare con ottimismo al futuro. Ora rimetta gli stabilimenti italiani al centro del progetto di Stellantis rilanciando i marchi nazionali e garantendo un solido futuro occupazionale per tutti i lavoratori.
Specifica attenzione secondo Paone, dovrà essere rivolta anche all’indotto che secondo Paone negli ultimi anni è stato penalizzato da scelte dettate più dall’attenzione per la riduzione dei costi che per la qualità del prodotto.
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