Mirafiori si ferma dal 12 febbraio al 30 marzo e lascia a casa oltre 2000 lavoratori, 1251 alla linea della 500 elettrica e 1009 in forza a Maserati. La produzione della nuova berlina del Tridente modenese è rinviata, Quattroporte e Ghibli vanno in pensione e presto arriverà il fine ciclo vita anche per Levante; inoltre, la commercializzazione in America della 500 elettrica iniziata proprio in questi giorni al di là dell’Atlantico, sembra non porterà i risultati sperati, almeno in termini produttivi. A Torino dicono che alla ripresa dei lavori, Mirafiori gestirà infatti un solo turno di produzione anziché due. Il che vuol dire circa 50mila vetture anziché le 100.000 auspicate. Una débâcle importante che rischia di pregiudicare definitivamente lo stabilimento torinese che, a mezzo servizio, non è sostenibile.
In fondo l’ad di Stellantis Carlos Tavares l’aveva detto: “Senza incentivi, Mirafiori e Pomigliano sono a rischio” (lo leggi qui). Un’affermazione che, proprio oggi dalla missione in Giappone, il premier Giorgia Meloni aveva etichettato “bizzarra”, aprendo a “ogni forma” possibile d’investimento, ma restituendo al mittente la polemica poiché “gli incentivi di un governo non possono essere rivolti a un’azienda nello specifico”.
La Tesla apre la sua prima concessionaria a Mumbai. Il prossimo passo? Una Gigafactory, forse
Volvo sospende la vendita di berline e station wagon negli Stati Uniti a causa dell'effetto combinato dei dazi introdotti dall'amministrazione Trump e di una domanda in calo. La Casa svedese...