Testo di Mattia Eccheli
Siringata di risorse dagli Stati Uniti per Ford Europa. Il quartier generale dell’Ovale Blu ha deciso di supportare la ristrutturazione della controllata del Vecchio Continente con 4,4 miliardi euro. Si tratta di fondi destinati a finanziare il programma di rilancio, dopo gli investimenti di 1,8 miliardi sulla conversione dello stabilimento di Colonia per l’elettrificazione.
L’“iniezione” include sia un deposito per ridurre il debito della filiale europea sia liquidità per portare a termine il piano pluriennale di riorganizzazione aziendale. La stessa soluzione adottata da Ford per l’Europa vale per le controllate di altre regioni. “Con questi capitali supportiamo la trasformazione del nostro business e rafforziamo la nostra competitività con una nuova gamma di prodotti”, ha assicurato John Lawler, vicepresidente di Ford Motor Company. Che ha poi aggiunto che per avere successo a lungo termine nel Vecchio
Continente, l’Ovale Blu deve “continuare a semplificare le strutture, ridurre i costi e aumentare l’efficienza”. Modelli ad alimentazione convenzionale molti apprezzati dai clienti europei come la Mondeo e, soprattutto, come la Fiesta, sono usciti di produzione e sono stati parzialmente rimpiazzati con due vetture a zero emissioni sviluppate sulla piattaforma MEB del gruppo Volkswagen, il Suv Explorer e la Capri, per le quali non sembra esserci attualmente una grande domanda.
Entro l’autunno cesserà anche la produzione della Focus, altra macchina di un certo successo nel Vecchio Continente, e presso lo stabilimento tedesco di Saarlouis verrà gradualmente ridotta l’occupazione (circa 2.700 posti in meno). Il costruttore si è impegnato a mantenere almeno mille addetti nello stabilimento. Diversamente dalla divisione veicoli commerciali, per la quale Ford rivendica un primato decennale in Europa, quella della auto “soffre”: nel 2024 ha chiuso ancora all’ottavo posto in Europa (l’Ovale Blu è il sesto costruttore al mondo) con poco più di 426.000 immatricolazioni, una flessione del 17% e una quota del 3,3% (era del 4% l’anno precedente).
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