
Elon Musk ha deciso di ridurre il suo impegno nei lavori governativi per tornare a concentrarsi su Tesla. Dopo mesi passati alla guida del Dipartimento per l’Efficienza del Governo (DOGE), il numero uno dell’azienda di auto elettriche ha annunciato che, da maggio, dedicherà molto più tempo alla gestione diretta della società.
“Il lavoro principale al governo è fatto”, ha detto durante una conference call con gli analisti. “Ora posso tornare su Tesla.”
L’annuncio arriva dopo un primo trimestre disastroso per il colosso dell’auto elettrica. Tesla ha chiuso il primo trimestre del 2025 con un utile netto di 409 milioni di dollari, in calo del 71% rispetto all’anno precedente. Anche i ricavi sono scesi, fermandosi a 19,3 miliardi di dollari, sotto le attese degli analisti.
Il titolo, crollato di oltre il 40% da inizio anno, ha però recuperato oltre il 5% nelle contrattazioni after-hours dopo l’annuncio del ritorno operativo di Musk. “Gli investitori volevano questo segnale”, ha commentato Dan Ives di Wedbush Securities. “La priorità ora è rimettere Tesla in carreggiata.”
Musk ha rilanciato i progetti futuri dell’azienda: una nuova versione economica del suv Model Y arriverà nei prossimi mesi. A giugno, invece, dovrebbe partire ad Austin il primo servizio di robotaxi senza conducente. “Milioni di Tesla si guideranno da sole entro fine anno,” ha dichiarato, prevedendo anche la possibilità di dormire in auto e svegliarsi a destinazione.

Gli esperti però frenano. Sam Abuelsamid, di Telemetry Insight, ha espresso dubbi sull’affidabilità del sistema. “Non è ancora in grado di operare senza supervisione,” ha spiegato. Anche i regolatori americani stanno ancora indagando su Autopilot e Full Self-Driving, accusati di non garantire standard di sicurezza adeguati.
Oltre ai problemi interni, Tesla affronta una concorrenza sempre più agguerrita. BYD, in Cina, ha lanciato una batteria che si ricarica in pochi minuti. In Europa, nuove tecnologie e modelli rivali stanno guadagnando terreno. Le posizioni politiche di Musk, apertamente vicine all’estrema destra europea, hanno inoltre danneggiato l’immagine del marchio.
La situazione è complicata anche dalle tensioni commerciali. Nonostante Tesla produca la maggior parte delle auto negli Stati Uniti, l’azienda importa ancora materiali che ora subiranno i dazi imposti dall’amministrazione Trump. Una misura che Musk ha sempre criticato. In risposta, la Cina ha bloccato gli ordini per i modelli S e X nella Cina continentale. Quindi la sfida mondiale si fa importante e, questa volta, Musk dovrà affrontarla rimanendo al volante dell’azienda.
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