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Contro pressing su von del Leyen: no a marce indietro sul 2035

di Fabio De Rossi - 08/09/2025

Ursula von der Leyen di solito indossa una giaccha. Anzi, una giacchetta. Quella che in queste ultime settimane il mondo dell’auto, notoriamente diviso su quasi tutte le questioni, le sta tirando da una parte o dall’altra in vista della ripresa, il 12 settembre, del Dialogo strategico sull’automotive.

Dopo le prese di posizioni dei costruttori Europei, attraverso l’Acea e per bocca del suo presidente, Ola Källenius e le puntualizzazioni di Stellantis, con il neo ceo Antonio Filosa (e oggi al Salone di Monaco con il coo Enlarged Europe, Jean-Philippe Imparato), che esortavano la presidente della Commissione Ue ad abbandonare in quanto irrealistica la data del 2035 per il bando ai motori termici, arriva oggi la notizia di una lettera, di contenuto opposto, indirizzata alla stessa von der Leyen da quella che alcuni hanno subito definito ‘la lobby dell’elettrico’.

Una lettera per 150

In realtà si tratta di 150 aziende del settore, tra i firmatari ci sono anche Case auto come Volvo e Polestar, provider di energia elettrica al livello di Iberdrola ed Edp, produttori di batterie come Samsung o LG Energy, e molti altri, che chiedono alla Commissione europea di non fare marcia indietro sull’obiettivo di emissioni zero al 2035 per nuove e furgoni.

Mantenere il ban del 2035

Gli amministratori delegati di Case auto, produttori di batterie, fornitori di servizi di ricarica e operatori di rete hanno esortato nella lettera von der Leyen “a non ritardare o indebolire l’obiettivo di emissioni zero entro il 2035 nella sua prossima revisione e a concentrarsi invece su politiche industriali e di domanda più forti per garantire la competitività dell’Europa“.

I firmatari, riferisce l’Ansa, sottolineano che l’obiettivo del 2035 ha già innescato “centinaia di miliardi di euro di nuovi investimenti in tutta Europa” tra gigafabbriche di batterie, stabilimenti automobilistici rinnovati e ampliamento delle infrastrutture di ricarica. Avvertono quindi che una “marcia indietro” sul target da parte di Bruxelles “minerebbe la fiducia degli investitori, frenerebbe lo slancio e consegnerebbe un vantaggio a lungo termine ai concorrenti globali”.

Un poker di interventi

La lettera delinea quattro priorità urgenti che i responsabili politici dell’UE devono affrontare per rispondere alle sfide odierne: una strategia industriale molto più forte per aumentare la produzione di batterie, garantire le materie prime e sostenere la trasformazione dei fornitori.

La sede del Parlamento europeo (che dovrà dire la sua sul tema) a Strasburgo

Inoltre, riporta l’agenzia Gea, secondo i firmatari servono incentivi intelligenti e coerenti in tutti gli Stati membri per sostenere i cittadini nel passaggio ai veicoli elettrici; investimenti accelerati nelle retiie riforma delle autorizzazioni per realizzare infrastrutture di elettrificazione, più l’attuazione efficace della legislazione Ue esistente per guidare la transizione nel mercato unico.

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