
“Qualunque cosa accada, il futuro è elettrico. E l’Europa ne farà parte. Il futuro delle auto – e le auto del futuro – deve essere realizzato in Europa”. Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo Discorso sullo Stato dell’Unione al Parlamento europeo.
Von der Leyen ha poi sostenuto: “Proporremo di collaborare con l’industria su una nuova iniziativa per le auto elettriche piccole ed economiche (Small Affordable Cars Initiative)”.
“Credo che l’Europa dovrebbe avere la sua auto elettrica, “ha continuato”, che significa ecologica: pulita, efficiente e leggera. Significa economica: accessibile a tutti. E significa europea: costruita qui in Europa, con filiere europee. Perché non possiamo permettere alla Cina e ad altri di conquistare questo mercato”.
“Le automobili sono un pilastro della nostra economia e industria. Un orgoglio europeo. Milioni di posti di lavoro dipendono da questo settore. All’inizio di quest’anno, abbiamo dato al settore maggiore flessibilità per raggiungere gli obiettivi del 2025. Sta funzionando. E nel rispetto della neutralità tecnologica, stiamo ora preparando la revisione del 2035, ha aggiunto.

Un tempo qui in Italia avremmo definito ‘democristiano’ il discorso di Ursula von der Leyen. O, al limite, ‘cerchiobottista’. Perché la presidente della Commissione Ue, solleticando anche un po’di orgoglio europeo, ha cercato di accontentare un po’ tutti (soprattutto sul fronte politico e della maggioranza che la sostiene), rimanendo per ora nel vago.
Ha ribadito in modo netto che il futuro dell’auto è elettrico, senza però indicare scadenze temporali, è andata incontro alle richieste dell’ex ceo di Renault, Luca de Meo, e del presidente di Stellantis, John Elkann che chiedevano all’Europa di concentrarsi su city car a batteria e, soprattutto, ha pronunciato le parole magiche “neutralità tecnologica”, che rappresentano ormai il mantra di una larghissima, se non quasi totalitaria parte del mondo automotive.
Basti pensare alle dichiarazioni rilasciate in questo senso al recente salone di Monaco dai numeri uno di Mercedes, BMW e Volkswagen. E dallo stesso cancellerie tedesco Friedrich Merz. Per capire in maniera più approfondita che direzione prenderà la politica europea di settore, bisognerà perciò aspettare un pio di giorni, venerdì prossimo con l’incontro per il Dialogo strategico sull’automotiv.
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