
Testo di Maurizio Bertera
Nel mondo dell’auto cinese, le partnership strategiche stanno diventando quasi una prassi ma quella sigliata tra Haier Group e Changan Automobile segna la storia dell’industria del Paese asiatico.
Da una parte il maggiore produttore di elettrodomestici al mondo, fondato in Cina nel 1984 (curiosamente con un nome tedesco) e quotata alla Borsa di Shanghai, Francoforte e Hong Kong. Un colosso presente in tutti e cinque i continenti con 25 siti industriali, 14 centri di ricerca e sviluppo e circa 100mila dipendenti che in Europa è noto con i brand Candy e Hoover.
Dall’altra uno dei principali produttori automobilistici cinesi, nato nel ’90 per costruire le Suzuki su licenza, che opera in 90 Paesi e sta per passare la soglia dei 30 milioni di unità. Il suo portafoglio comprende marchi come Changan, Avatr (specializzato in veicoli elettrici ‘intelligenti’ realizzati in collaborazione con Huawei) e Deepal che aprirà il mercato europeo con il Suv S07, entro fine 2025.
Per la cronaca, il primo approccio al Vecchio Continente del gruppo è stato in Italia, nel 2001 quando Changan ha stabilito il Centro di Design a Rivoli a cui successivamente si è aggiunto un centro ricerca e sviluppo a Nottingham nonché la sede centrale a Monaco di Baviera.
L’accordo tra Haier e Changan punta in concreto a espandere la produzione di Ev e Phev ma soprattutto a creare un innovativo ecosistema definito “car-home-life” che coinvolgerà fasce di clientela molto diversificate. Nei loro comunicati stampa, le aziende sottolineano lo sviluppo congiunto di un’integrazione intelligente tra veicolo ed elettrodomestici, ma anche la creazione di piccoli elettrodomestici intelligenti da aggiungere alle dotazioni dell’auto.
E, ancora, la realizzazione di una nuova “logistica del freddo” che abbracci scenari domestici e di mobilità. Evidente anche la scelta di Changan di servirsi immediatamente della forte rete di assistenza che Haier ha in tutto il mondo – Italia compresa – per accelerare la diffusione del marchio automobilistico, punto debole per ora dei costruttori cinesi al debutto in Europa.
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