
Testo di Maurizio Bertera
È un grande classico della presenza Audi alla Milano Design Week: un talk dove si va ben oltre l’argomento automotive. Flessibilità e cambiamento, ma in equilibrio e con emozione. Queste le parole chiave dell’incontro che si è tenuto all’Audi House of Progress, l’hub creativo dei quattro anelli. Il talk dell’edizione 2025 ha avuto appunto come tema «flexability – the Balance of Many» e ha visto confrontarsi sul palco Paolo Genovese, il regista che sta conquistando le sale italiane con il film “Follemente”, Marco Panichi, il preparatore atletico di Jannik Sinner, e Stefano Gandelli, content creator di Geopop, il progetto di divulgazione scientifica che racconta le Scienze nella vita di tutti i giorni. Il moderatore è stato il docente universitario Guido Guerzoni.
È stato un interessante dialogo multidisciplinare tra ospiti di ambiti diversi e il concetto «The Balance of Many» ha legato le diverse prospettive degli ospiti e si è intrecciato a quello della flessibilità sottolineando la necessità di un equilibrio fisico, emotivo, sociale e digitale. Solo chi riesce a trovare armonia nel cambiamento può davvero proiettarsi verso il futuro, senza perdere la propria identità. «Quello che talvolta può apparire come una sterzata improvvisa e inaspettata è in realtà il frutto di una decisione strategica progettata anni prima. Un brand automotive, come Audi, ha nel suo stesso paradigma industriale la necessità di essere preveggente e previdente rispetto al futuro che ci attende», ha detto Guerzoni.
Paolo Genovese ha spiegato come il lavoro del regista, sul set, è spesso un atto in solitudine perché ci sono processi creativi che semplicemente non si possono condividere. E poi si è concentrato sulla “flexability“, quale soluzione ottimale in molti casi. «Il concetto di idea creativa deve essere flessibile: non ha mai un valore assoluto, ma sempre relativo al momento, al contesto e al luogo in cui viene messa a terra. Essere flessibili significa saperla ripensare, adattarla ai molti fattori in gioco, per connetterla davvero al mondo in cui vivi. Ci evolviamo continuamente, e con noi cambiano anche gli stimoli di cui abbiamo bisogno. Tempi e ritmi si trasformano senza sosta. Per questo è fondamentale saper intuire le potenzialità di uno sviluppo futuro, anche quando il problema non è ancora visibile ai nostri occhi».
Inevitabile che un coach di esperienza come Marco Panichi abbia parlato di abilità e di gestione di campioni come appunto Jannik Sinner. «L’abilità è sviluppare un’attitudine attraverso la propria volontà. Come diceva Aristotele: l’eccellenza non è un atto ma un’abitudine. Mettersi costantemente in gioco significa accettare il disagio, farne parte del processo: i grandi campioni lo sanno fare. In ogni caso, l’attività di coaching, oggi, non è più un atto solitario ma corale. E questo vale anche nel processo di progettazione – che si tratti di una strategia, di un’idea, o persino di un’automobile. È the balance of many: un equilibrio che nasce dal confronto e dalla co-creazione», ha sottolineato. Equilibrio ritenuto fondamentale anche da Stefano Gandelli «Di fronte a una deriva di iper-specialismi, è indispensabile tenere insieme e far dialogare le due dimensioni – quella umanistica e quella scientifica – nel segno di un equilibrio condiviso. In fondo, è già così: lo scultore parte da una roccia – elemento geologico – per trasformarla in un’opera d’arte».
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