testo di Mattia Eccheli
Il proverbio italiano “fatta la legge, trovato l’inganno”, in campo automobilistico europeo potrebbe venire declinato come “approvati i dazi, anticipate le importazioni”. Nel mese di settembre, il penultimo prima dell’entrata in vigore dei nuovi balzelli, le autorità comunitarie hanno registrato il picco massimo di esportazioni di veicoli elettrici dalla Repubblica Popolare del 2024.
Lo scorso mese sono arrivate in Europa 60.517 auto a zero emissioni provenienti dal Celeste Impero. Si tratta di una impennata del 61% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. È la risposta, almeno parziale, che i costruttori che fabbricano in Cina hanno adottato per limitare i danni economici legati alle nuove imposizioni. Il dato è stato pubblicato dall’agenzia Bloomberg sulla base delle cifre fornite dalle Agenzie delle Dogane dei 27 paesi dell’Unione.
Solo nell’ottobre del 2023 era stato contabilizzato un numero superiore di importazioni, 67.455 (il 15% del totale dell’anno, ammontato a 438.034 unità per un controvalore di 9,7 miliardi di euro, mentre il flusso contrario ha riguardato 11.499 auto per totali 852 milioni di euro), ossia in occasione dell’annuncio dell’avvio delle indagini sulle eventuali agevolazioni di cui beneficiano le case automobilistiche che assemblano le auto elettriche nella Repubblica Popolare.
È probabile che un nuovo record venga raggiunto proprio in questo mese, l’ultimo utile per evitare i nuovi dazi, anche grazie al lancio di nuovi modelli, non solo cinesi, ma anche di marchi del Vecchio Continente, come Dacia con la Spring o Cupra con la Tavascan, ma anche Leapmotor, che si è accordata con Stellantis.
In attesa della fine del confronto politico tra Bruxelles e Pechino e dell’esito del ricorso all’Organizzazione Mondiale del Commercio da parte della Repubblica Popolare, i governi europei avevano approvato l’applicazione dei dazi (in realtà grazie a numerose astensioni e malgrado la contrarietà della Germania e della sua lobby dell’auto). La meno colpita è Tesla (7,8% di tasse in più in aggiunta al 10% esistente), mentre la più penalizzata è la SAIC (35,3% ulteriore).
In base ai propri accertamenti, l’UE ha stabilito che le sovvenzioni pubbliche rendono del 20% più economiche le auto elettriche prodotte in Cina rispetto a quelle assemblate in Europa. I dati del 2023 dicono che ogni auto importata nell’UE dalla Repubblica Popolare valeva poco meno di 22.150 euro, mentre quelle esportate dall’Europa alla Cina valevano quasi 74.120 ciascuna.
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