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Addio Jeep Renegade: 2 milioni di pezzi, nessuna eredità

di Emiliano Ragoni - 18/10/2025

Il 17 ottobre 2025 sarà ricordato come la fine di un’epoca. A Melfi è uscita di scena l’ultima Jeep Renegade, uno dei modelli più iconici e longevi dell’era post-FCA. In undici anni di carriera sono stati prodotti oltre due milioni di esemplari destinati a più di 100 mercati globali. La sua uscita di scena segna un passaggio di testimone verso l’elettrificazione, ma lascia anche un vuoto evidente nella gamma Jeep.

Una storia da bestseller

Presentata in anteprima mondiale al Salone di Ginevra 2014, la Renegade fu il primo modello Jeep costruito fuori dagli Stati Uniti. A livello produttivo, fu Melfi a diventare il cuore pulsante del progetto, scelto come hub per i mercati europeo, asiatico e nordamericano. Più avanti, vennero avviate anche le linee in Brasile (Goiana) e in Cina (Canton), per servire i rispettivi mercati interni e aggirare le imposizioni doganali.

Con la Renegade, Jeep seppe reinventarsi: uno stile compatto e urbano, ma senza rinunciare all’identità rugged del marchio. In Italia, il modello si è affermato anche grazie alla “gemella” Fiat 500X, con cui condivideva la piattaforma Small Wide 4×4. Insieme, hanno sostenuto per anni i volumi produttivi dello stabilimento lucano, contribuendo al rilancio economico dell’area.

Design e tecnica: Jeep nel DNA

Il design, firmato dal team guidato da Mark Allen, reinterpretava i codici estetici del marchio in chiave europea. Fari tondi, griglia a sette feritoie, proporzioni robuste ma compatte. Lunga 4,23 metri, la Renegade ha trovato il suo equilibrio ideale tra città e natura.

Particolarmente apprezzata la versione Trailhawk, pensata per l’offroad: assetto rialzato, piastre di protezione, trazione Active Drive Low, angoli di attacco da fuoristrada puro e sistema Selec-Terrain con cinque modalità di guida.

Una gamma per tutti i gusti

Nel corso della sua lunga carriera, la Renegade ha offerto una delle gamme motore più ampie del segmento. Tra benzina, diesel, GPL, mild hybrid e plug-in hybrid, il listino ha spaziato dai 1.4 Multiair turbo ai 2.4 Tigershark aspirati, dai 1.6 e 2.0 Multijet ai più recenti Firefly 1.0 e 1.3. Nel 2020 è arrivata la Renegade 4xe, prima Jeep con trazione eAWD elettrificata: motore termico all’anteriore, elettrico al posteriore.

Importanti anche gli aggiornamenti tecnologici: connettività completa (Apple CarPlay e Android Auto), display fino a 8,4”, comandi vocali e ADAS sempre più avanzati.

Utilitaria d’ordinanza

Nel tempo, la Renegade si è affermata anche come vettura d’ordinanza per diverse forze dell’ordine italiane. È stata adottata da Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Polizie Locali e anche dall’Esercito, nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure. Una conferma della sua robustezza e affidabilità.

Nessuna erede, almeno per ora

Stellantis non ha previsto una sostituta diretta della Renegade. Il segmento rimane scoperto tra la nuova Avenger (4,08 m) e la rinnovata Compass (4,55 m), entrambe già in produzione nello stabilimento di Melfi su base STLA Medium.

Con l’addio anche alla Fiat 500X (uscita di scena nel 2023), lo stabilimento lucano entra in una nuova fase. Hub dell’elettrificazione del gruppo, ospita oggi anche la produzione della DS N°8, e si prepara ad accogliere, dal 2026, la futura Lancia Gamma.

Fine corsa, ma non ovunque

Mentre in Europa la carriera della Renegade è giunta al capolinea, il modello continua a vivere in Brasile, dove è tuttora prodotto per il mercato locale e gode di buona popolarità.

Una Jeep che ha lasciato il segno

Due milioni di unità vendute, una carriera durata oltre un decennio, e un ruolo chiave nella strategia globale del marchio: la Jeep Renegade ha fatto la storia. Con lei, si chiude una pagina importante dell’automobile prodotta in Italia. E forse, visto il segmento vacante, anche una pagina che potrebbe, un giorno, riaprirsi.

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