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Addio agli incentivi auto: il Governo italiano cambia rotta

di Redazione - 08/11/2024

Addio agli incentivi auto: il Governo italiano cambia rotta

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ufficialmente annunciato la cancellazione degli incentivi per l’acquisto di nuove auto a partire dal 2025. La decisione, presa con un emendamento alla Legge di Bilancio che dirotta 4,6 miliardi di euro del Fondo Automotive verso altre spese, principalmente per la Difesa, è stata accolta con stupore e preoccupazione da parte dell’intero settore automobilistico.

Urso ha motivato la scelta affermando che “è finito il tempo dei bonus” e che gli incentivi, introdotti nel 2022 con il Fondo Automotive, non hanno avuto l’impatto desiderato sulla produzione nazionale di veicoli. Il Ministro ha inoltre sottolineato come gli incentivi destinati all’acquisto di auto, pur avendo contribuito al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e svecchiamento del parco circolante, non abbiano sostenuto in modo significativo la produzione italiana.

Le risorse residue del Fondo, circa 200 milioni di euro l’anno fino al 2030, saranno quindi destinate a sostenere gli investimenti produttivi delle imprese del settore, con particolare attenzione alla componentistica, considerata la vera forza del Made in Italy.

Una scelta che non piace

La decisione del Governo ha scatenato un’ondata di critiche e perplessità. L’UNRAE, l’associazione di categoria che rappresenta le case automobilistiche estere in Italia, ha evidenziato come gli incentivi fossero uno strumento essenziale per favorire il rinnovamento del parco auto italiano, ancora caratterizzato da una elevata presenza di veicoli vecchi e inquinanti. Secondo il direttore generale dell’UNRAE, Andrea Cardinali, puntare ad aumentare la produzione nazionale incentivando la domanda era una strategia illusoria. Il rilancio del settore, sostiene Cardinali, avrebbe dovuto essere perseguito con strumenti diversi.

Anche Stellantis, il principale produttore automobilistico in Italia, ha espresso preoccupazione per la cancellazione degli incentivi, che rischia di rallentare la diffusione delle auto elettriche e penalizzare la produzione nazionale. L’azienda, in frequenti colloqui con il Governo, aveva sottolineato la necessità di prevedere incentivi per l’acquisto di auto elettriche, a sostegno della produzione negli stabilimenti italiani.

Cosa potrebbe succedere?

Il futuro degli incentivi auto in Italia appare incerto. Il Governo ha manifestato l’intenzione di stanziare nuove risorse per il settore automotive, ma non ha ancora chiarito le modalità e le tempistiche di erogazione di tali fondi. La decisione di cancellare gli incentivi per l’acquisto di nuove auto potrebbe avere ripercussioni negative sul mercato automobilistico italiano, già in difficoltà a causa della crisi economica e dell’aumento dei costi di produzione.

Il 14 novembre è previsto un nuovo incontro al Ministero delle Imprese, il Tavolo Automotive, al quale parteciperanno i rappresentanti di Stellantis, delle Regioni con stabilimenti produttivi, dei sindacati e dell’ANFIA, l’associazione nazionale della filiera automotive. L’incontro sarà un’occasione importante per discutere il futuro del settore automotive in Italia alla luce della cancellazione degli incentivi. Saranno presenti proprio i soggetti che si sono mostrati più critici nei confronti della decisione del Governo.

La Germania fa retromarcia sulle auto elettriche, stangata per Urso

La cancellazione degli incentivi solleva interrogativi sul futuro della transizione ecologica nel settore automotive italiano. Il Ministro Urso, pur ribadendo l’impegno del Governo per la decarbonizzazione al 2035, ha auspicato un intervento dell’Unione Europea per rivedere le regole del Green Deal, promuovendo un approccio di neutralità tecnologica che non penalizzi i biocarburanti e gli e-fuel. Resta da vedere se questa posizione troverà ascolto a Bruxelles e come si evolverà il mercato italiano delle auto nei prossimi anni, in assenza di incentivi per l’acquisto di nuove vetture.

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