In un’intervista a Radio 24, il Ministro dell’Impresa e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato la necessità per l’Europa di rivedere la propria politica economica. Con l’elezione di Trump, che potrebbe inasprire i dazi sulle importazioni, l’Europa si trova costretta a ripensare la propria strategia industriale e il Green Deal per restare competitiva a livello globale.
Secondo il Ministro Urso, l’ascesa di Trump segna un innalzamento delle sfide per la politica europea, soprattutto sul fronte della competitività. “Trump accentuerà quello che ha già fatto Biden con la Cina, che aveva aumentato i dazi sulle auto elettriche cinesi fino al 100 per cento” sottolinea Urso, lasciando intendere che l’Europa potrebbe presto trovarsi a dover affrontare misure protezionistiche simili, imposte anche sui veicoli europei.
Urso afferma che l’Europa deve agire subito e in modo deciso per recuperare terreno e mantenere la competitività dell’industria continentale: “La prima cosa da fare nell’Unione Europea è realizzare una politica commerciale e industriale simile a quella che ha messo in campo Trump e poi rafforzata da Biden”. E prosegue indicando che per colmare il divario crescente con le altre grandi economie mondiali, “ogni giorno che passa si aggrava il divario” e l’Europa deve stanziare risorse significative “fino a 800 miliardi di euro ogni anno” per sostenere le imprese, come avvisa Mario Draghi in un report sull’industria europea.
Cambiare politica economica e industriale europea, significa in primo luogo secondo il Ministro Urso, rivedere il Green Deal europeo. Quest’ultimo è il piano europeo che prevede il bando dei veicoli termici dal 2035. Secondo il Ministro questo piano necessita di una revisione urgente per renderlo “sostenibile sul piano industriale e sociale”. D’altronde non è la prima volta che il governo italiano, tramite Urso, si scaglia contro il Green Deal e le tariffe sulle emissioni, colpevoli di affossare ulteriormente un’industria automotive europea già in affanno.
L’Italia, afferma il Ministro ai microfoni di radio 24, è pronta a dare il proprio contributo in questo processo di cambiamento. E con il nuovo governo degli Stati Uniti si confronterà in modo “concreto e pragmatico” per evitare possibili disastri nella nostra economia. Ricordiamo che siamo il secondo paese esportatore negli USA, con un indotto che vale 67,2 miliardi nel 2024.
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