Il governo italiano chiede con forza una revisione anticipata del Green Deal europeo che prevede il divieto di vendita di auto termiche a partire dal 2035.
Durante il forum economico Ambrosetti a Cernobbio, sul Lago di Como, si è discusso tra le altre cose anche della crisi dell’industria automotive europea. Uno dei temi caldi è sicuramente il Green Deal, il piano europeo di transizione verso la mobilità elettrica entro il 2035, definito senza mezzi termini come una decisione “assurda e ideologica” dal Ministro dell’Ambiente Gilberto Picchetto Frattin, che ha evidenziato come il divieto debba essere modificato per riflettere le diverse realtà di mercato.
Il Green Deal prevede un percorso a tappe che ha come termine il 2035, anno dell’abolizione delle endotermiche dal mercato. Già dall’anno prossimo le emissioni medie richieste per auto venduta scenderanno del 19% rispetto ai 116 grammi per chilometro di quest’anno, attestandosi a 93,6 grammi per chilometro. Se una azienda supera questo limite è tenuta a pagare delle multe importanti. Per inciso, pari a 95 euro per il numero di grammi di CO2 in eccesso e per il numero di immatricolazioni. Richieste davvero difficili da soddisfare per le case automobilistiche europee che non riescono a vendere le loro vetture elettriche. Solo vendendo queste vetture possono compensare le emissioni delle auto più inquinanti, solitamente benzina o diesel. Luca De Meo, ad di Renault, ha avvertito che se si attuerà questo piano l’industria automotive europea, già in una fase nera, sarà costretta a pagare una somma che si aggirerebbe intorno ai 15 miliardi di euro. Oppure – continua l’ad del Gruppo francese – diminuire la produzione di oltre 2,5 milioni di veicoli, chiudendo degli stabilimenti. Ipotesi, quest’ultima, ventilata da Volkswagen.
Rivedere questo piano è una priorità non solo per il governo italiano ma anche per gli stessi costruttori che si trovano davanti a scelte future difficili. La Commissione rivedrà gli obiettivi del Green Deal nel 2026, ragionando su un approccio più pragmatico, chiesto a gran voce dal nostro governo. Per esempio, Ursula Von Der Leyen, rieletta Presidente della Commissione, ha parlato dei carburanti sintetici quale possibilità alternativa all’elettrico per raggiungere la neutralità climatica. Ma come ha avvisato lo stesso De Meo la data per discutere di revisione del piano al 2026 potrebbe essere troppo lontana. Della stessa idea è anche il Ministro dell’Industria Adolfo Urso che ha dichiarato “Non possiamo aspettare la fine del 2026 per rivedere gli obiettivi del Green Deal, altrimenti rischiamo il collasso dell’industria automobilistica europea e l’invasione di Bruxelles da parte degli operai in rivolta”.
L’occasione per avanzare tale richiesta da parte dell’Italia sarà il vertice convocato a Bruxelles il 25 settembre dalla presidenza ungherese.
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