
Testo di Saverio Villa
Il nome di battesimo del nuovo modello, pragmaticamente, è proprio 12Cilindri, per sottolineare la fedeltà di Maranello alla sua formula motoristica storica adottata fin dal 1947. Pura, senza turbo né elettrificazione. Ma nonostante questo la potenza è da urlo: 830 cv. La Ferrari ha deciso di presentare la vettura oggi a Miami, in Florida, nella settimana del GP di F1, per celebrare i 70 anni di attività dell’importatore del Cavallino negli Usa. Oltre che per “premiare” quello che sarà il mercato di riferimento di questo modello.

Destinata a sostituire la 812, nata nel 2017, la 12Cilindri è un modello di gamma altissima, come testimoniato anche dal prezzo: 395 mila euro per la berlinetta, che salgono a 435 mila nel caso della Spider. Ma se le consegne della coupé cominceranno dopo l’estate, per la “scoperta” bisognerà aspettare il 2025.
La linea, nata sotto la responsabilità di Flavio Manzoni, è un mix straordinario di suggestioni ed proporzioni classiche, come nel caso del muso, dichiaratamente ispirato a quello della 365 GTB/4 Daytona del 1968, e di soluzioni innovative, come il design della zona posteriore della coupé “a delta”, rigorosamente nero. Mentre la Spider ha una zona posteriore più istituzionale che integra il tetto rigido retrattile.

L’aerodinamica è ovviamente attentissima, come dimostrano i due profili alari posteriori (che si alzano automaticamente e simultaneamente tra i 60 e i 300 km/h), lo studio maniacale dei percorsi dell’aria sopra e sotto la carrozzeria e il fondo quasi completamente carenato.
L’abitacolo riprende i temi già espressi dalla Roma e dalla Purosangue, con il doppio cockpit che abbraccia separatamente i due occupanti, ciascuno di quali ha a disposizione una strumentazione dedicata. Quella del conducente è ricavata da un display da 15,6 pollici, mentre quello del passeggero, da 8,8 pollici, è ovviamente più sottile.

A differenza della Purosangue, però, sulla 12Cilindri compare anche il più tradizionale touchscreen centrale che, nel caso specifico, è da 10,25 pollici. Volante e strumenti derivano da quelli della SF90 Stradale.
Il V12 di 6,5 litri aspirato e senza nessuna forma di elettrificazione è molto diverso da quello, pur di cilindrata uguale, della Purosangue. È stato eseguito, ad esempio, un profondo lavoro di alleggerimento delle masse in movimento e questo permettere raggiungere addirittura i 9500 giri. Gli 830 cv di potenza massima vengono però erogati un po’ più in basso, a 9250 giri. Ma l’ottimizzazione di iniezione e aspirazione permette anche di avere l’80% della coppia massima, che è di 678 Nm, già a 2500 giri.

Il cambio a doppia frizione ha adesso otto rapporti, mentre sulla 812 erano sette e più lunghi del 5%. L’assetto prevede sospensioni a controllo elettromagnetico, ma non attive come quelle sofisticatissime della Purosangue che, a detta dei tecnici di Maranello, sarebbero state superflue su una supercar dall’impostazione più tradizionale come la 12Cilindri, che ha meno kg e meno cm da tenere a bada.

Però ci sono le quattro ruote sterzanti, con quelle posteriori che, in base ai calcoli della centralina che governa il sistema, possono assumere anche angoli diversi tra loro. Tutto questo si traduce, secondo i dati ufficiali, in oltre 340 km/h di velocità massima, 2,9 secondi da 0 a 100 km/h e meno di 7,9 secondi per toccare i 200.
Per ammissione dei vertici della Casa, la 12Cilindri sarà costruita in numeri ridotti e destinata alla clientela tradizionale (che probabilmente di dividerà equamente tra coupé e Spider) più che a un ruolo di conquista (solo il 10/15% degli esemplari prodotti dovrebbero finire nelle mani di chi non ha mai posseduto una Ferrari).

Tanto è vero che ci si aspetta che la nuova vettura segua la stessa sorte della Purosangue, le cui richieste sono molto superiori alla disponibilità di prodotto. Tant’è che gli ordini della supersuv sono al momento sospesi e chi l’ha già prenotata deve aspettare anche due anni di attesa prima di potersela godere.
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