
Testo di Mattia Eccheli
Tesla ha dovuto richiamare l’intera produzione del Cybertruck, lo spigoloso pick-up elettrico dalle terrificanti prestazioni: 3.000 chilogrammi di peso e, nella sua declinazione più potente, 845 cv di potenza con un’accelerazione da 0 a 100 km/h di appena 2,7” e una velocità massima di 209 km/h.
Si tratta di poco meno dei 4.000 esemplari, 3.878 per la precisione, prodotti e consegnati tra lo scorso novembre e aprile. Già questo numero è significativo, perché conferma le consuete difficoltà del costruttore americano nell’avvio dell’assemblaggio di un nuovo modello.
Il fastidioso richiamo – che segue quelli “milionari” delle Model 3, X, Y e S – è legato al potenziale problema del pedale dell’acceleratore svelato, per una sorta di dantesca legge del contrappasso, da un video su un canale social. L’automobilista ha raccontato la sua rischiosa esperienza attraverso TikTok: l’elemento sistemato sopra il pedale è scivolato e si è incastrato nel rivestimento, mantenendo schiacciato l’acceleratore.
Il caso è stato esaminato dalla stessa autorità americana che si occupa della sicurezza del traffico, la NHTSA, e il provvedimento è scattato immediatamente. Tesla ha fatto sapere di non aver avuto notizia di incidenti (che non sarebbero sicuramente sfuggiti all’attenzione dell’opinione pubblica considerati stazza, 5,7 metri di lunghezza, e marchio) e ha anche spiegato che il problema è sorto a causa di una modifica non autorizzata nel processo di assemblaggio.
Il sapone è stato impiegato come lubrificante e i suoi residui hanno intaccato la tenuta dei collanti impiegati per la copertura del pedale. In ogni caso, ha precisato Tesla, i conducenti potevano arrestare il veicolo agendo sul pedale del freno. Dopo la presentazione del futuristico modello, Elon Musk aveva fatto sapere di aver già raccolto oltre 2 milioni di prenotazioni.
Una cifra esorbitante anche perché ottenuta senza aver investito praticamente un dollaro in pubblicità. Non è la prima volta che il popolo del “messia dell’auto elettrica” risponde con entusiasmo al debutto di un nuovo modello, anche se mai prima d’ora una Tesla aveva riscosso un successo simile. Per soddisfare la domanda annunciata, il pionieristico costruttore, che ha trasferito della progressista California al conservatore Texas il proprio quartier generale, Musk dovrà fare i miracoli dato che ha finora ventilato l’ipotesi di una produzione, nella gigafatcory di Austin, attorno alle 250.000 unità l’anno.
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