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La Renault Twingo potrebbe essere una E-Car?

di Redazione - 11/11/2025

Renault Twingo

Testo di Maurizio Bertera

Renault ‘provoca’ l’Unione Europea cercando di accelerare i tempi perché si prenda una decisione chiara sulla nuova categoria di auto elettriche, quelle che sono state definite E-Car. Lo fa attraverso il n.1 del gruppo, Francois Provost che, nell’ambito del quadro normativo delle E-Car, vorrebbe che i legislatori europei sospendessero la necessità di integrare nuove misure di sicurezza per un periodo compreso tra 10 e 15 anni. “Se così fosse potremmo impegnarci al miglioramento delle vetture e alla riduzione dei costi, con un prezzo più basso per il cliente – ha spiegato Provost –  non chiediamo di eliminare la regolamentazione ma di lavorare su un lungo periodo di stabilità. Perché oggi, l’Europa prevede 107 nuove normative sull’automotive entro il 2030″.

Più citycar elettriche europee come la Renault Twingo

Ricordiamo che la proposta dell’UE è incentrata sulla creazione di una nuova classe di piccole auto elettriche a prezzi accessibili. Un quadro normativo simile a quello in vigore per le kei car giapponesi, ma qui si parla di auto costruite in Europa per il mercato continentale. In questo modo si incrementerebbe la vendita di veicoli elettrici, cementando i posti di lavoro e fornendo alle case del continente un’arma contro l’ondata di veicoli elettrici di produzione cinese, sovvenzionati dallo Stato, che stanno mettendo in crisi i marchi tradizionali. Non bastasse, uno dei problemi è che l’attuale approccio legislativo aggiunge nuove normative di sicurezza ogni anno. Il che significa che le auto nuove e quelle già in vendita devono essere dotate di una serie di nuove tecnologie, che includono principalmente sistemi adas e di sicurezza, solo per rimanere conformi. L’esempio della vecchia Panda diventata Pandina è uno dei più noti.

Renault Twingo

Le E-Car secondo Renault

Alla domanda su quale tipo di auto dovrebbe essere ammissibile per la nuova classe europea, Provost ha affermato che i criteri ideali del Gruppo Renault includerebbero auto di lunghezza inferiore a 4,2 m, che producono meno di 15 tonnellate di CO2 nel loro ciclo di vita e sono costruite utilizzando “contenuto locale”, comprese le batterie. Non è sfuggito che sebbene le caratteristiche delle E-car siano ancora riservate, i numeri forniti da Provost fanno pensare che potrebbero essere simili a quelli che l’UE metterà in vigore il mese prossimo, dopo lo scontato dialogo con le Case durante la stesura delle norme. Il risultato è che la Renault 4, la Renault 5 e la Twingo saranno ammissibili. E «l’obiettivo è quello di ridurne il prezzo, non di creare nuovi modelli. Perché, in base a questi criteri, la categoria si rivolge già al cuore del mercato europeo nei segmenti A e B» ha sottolineato il N.1 del gruppo Renault.

Renault R5

Alla domanda su quanto la Règie intenda ridurre i prezzi, dati i margini ridotti di questi modelli, Provost ha affermato che l’obiettivo di Ampère – la divisione efficienza di Renault – era ridurre i costi di produzione del 40%. Con la nuova Twingo, la quota ha raggiunto il 25%, « e quindi penso che avremo un ulteriore 10-15% di risparmio per abbassare ulteriormente il prezzo al cliente, pur continuando a realizzare un profitto». In compenso, sembra che Dacia possa lanciare sul mercato una versione di serie dell’Hipster. Concept di city car radicale creato per mostrare cosa può offrire un veicolo elettrico sotto i 17mila euro. Ma sul tema, Provost non si è sbilanciato. Mentre ha respinto l’idea che il segmento delle auto elettriche debba essere modificato per includere le vetture a combustione interna. «La decarbonizzazione è una priorità per l’Europa e Renault non tornerà mai indietro, perché si è deciso di puntare sull’elettrico”.

Dacia Hipster

Priorità decarbonizzazione

Il tema decarbonizzazione, secondo Provost, resta il centro del problema. «Oggi abbiamo una regolamentazione per la decarbonizzazione. E, a causa di questa necessità delle Case di vendere più veicoli elettrici, i prezzi sono troppo alti per i clienti. Le persone non possono acquistare auto perché il loro reddito familiare non è così favorevole e le persone non sono contente. Quindi si verifica un invecchiamento del parco circolante che in Europa ha un’età media di 12,5 anni. Di conseguenza, nessuna decarbonizzazione, nessuna maggiore sicurezza nelle o, perché le persone non possono acquistare auto nuove. E come conseguenza di tutto ciò, si distrugge l’industria automobilistica» ha detto. C’è una soluzione? «Cambiare il copione e partire dalla logica: quale deve essere il prezzo che dobbiamo raggiungere affinché gli europei possano tornare ad acquistare auto nuove?». In teoria, il ragionamento fila. Sulla praticabilità, vedremo.

Fonte: Automotive News Europe

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