
Testo di Fabio Madaro
La casa del Biscione rivede i propri piani industriali: i nuovi modelli di Giulia e Stelvio non arriveranno prima della fine del 2027 e non saranno più esclusivamente elettrici. L’amministratore delegato Santo Ficili conferma un cambio di strategia verso soluzioni “multienergia”, con versioni termiche, ibride ed elettriche. Una scelta prudente, che riflette le incertezze del mercato e il difficile equilibrio tra tradizione e transizione
Durante la presentazione della rinnovata Alfa Romeo Tonale a Pisa, Santo Ficili ha annunciato che Giulia e Stelvio resteranno in produzione fino alla fine del 2027. In altre parole, i successori dei due modelli di punta del marchio — inizialmente previsti per il 2026 — slitteranno di almeno un anno. La dichiarazione, riportata da Automobilwoche e ripresa da diverse testate italiane a iniziare da La Repubblica ha il sapore di una marcia indietro. Il progetto dei nuovi modelli esclusivamente elettrici è stato sospeso, e Alfa Romeo si prepara a un futuro più sfumato: non solo elettrico, ma “multienergia”.

Secondo Ficili, la scelta nasce dalla volontà di «offrire ai clienti un ventaglio di possibilità». Le nuove generazioni di Giulia e Stelvio, dunque, verranno sviluppate sulla piattaforma STLA Large del gruppo Stellantis, che consente di ospitare sia propulsori a combustione sia sistemi ibridi e completamente elettrici. Il sito produttivo resta Cassino, in provincia di Frosinone, dove già oggi nascono i due modelli. L’architettura sarà la stessa impiegata anche da altri marchi premium del gruppo, ma adattata alle caratteristiche dinamiche tipiche del Biscione.
L’abbandono dell’elettrico “puro” rappresenta una svolta profonda rispetto ai piani iniziali di Stellantis, che prevedevano una gamma completamente a batteria per Alfa Romeo entro il 2027. Le vendite BEV, tuttavia, non stanno crescendo come previsto, e molti mercati — compreso quello italiano — mostrano un rallentamento nella domanda di auto a emissioni zero. In questo contesto, la strategia di transizione graduale appare una scelta obbligata. «Non venderemo solo auto elettriche», ha ribadito Ficili, «ma modelli coerenti con lo spirito Alfa, indipendentemente dal tipo di motore».

È un messaggio che parla tanto al cuore degli alfisti quanto, soprattutto, alla logica industriale. I fan del marchio, spesso legati al suono e alla risposta dei motori termici, temevano che l’elettrificazione totale potesse snaturare l’essenza sportiva del Biscione. La nuova rotta promette di salvaguardare quell’identità, pur allineandosi ai vincoli ambientali e alle richieste dell’Unione Europea. Ma è anche la conferma di un passo più cauto, forse inevitabile, davanti alla complessità del mercato globale e alla difficoltà di sostenere volumi adeguati con un’offerta solo elettrica.

Il prolungamento della produzione di Giulia e Stelvio ha anche una valenza economica. Allungare la vita dei modelli attuali consente di ammortizzare gli investimenti, garantire stabilità agli stabilimenti e attendere tempi migliori per il debutto dei nuovi prodotti. Alfa Romeo può così concentrarsi sul consolidamento del Tonale e sulla buona accoglienza della compatta Junior, modelli chiave per tenere vivo il marchio nel frattempo.
Dal punto di vista tecnico, i futuri modelli dovrebbero beneficiare di una profonda evoluzione nelle dinamiche di guida e nelle tecnologie di bordo. La piattaforma STLA Large offre architetture a trazione posteriore o integrale, e potenze fino a 800 V per le (poche?) versioni elettriche. Ma ciò che realmente conterà sarà la capacità di mantenere quel feeling di guida diretto e coinvolgente che distingue un’Alfa dalle concorrenti. «Ogni Alfa deve emozionare», ha ricordato Ficili, «e questo vale per qualsiasi tecnologia di propulsione».

Il rinvio dei nuovi modelli lascia però un vuoto percepibile nella gamma. Fino al 2027, Alfa Romeo non avrà lanci di rilievo nel segmento medio, dove la concorrenza continua a rinnovarsi pur tra mille difficoltà. È una fase di sospensione, quasi di resistenza, che porta con sé un senso di malinconia per ciò che poteva essere e non sarà — almeno per ora. Dopo anni di promesse di rilancio e annunci di una nuova era elettrica, il marchio torna a fare i conti con la realtà dei numeri e con la fragilità di un mercato in transizione. Eppure, nella prudenza di questa decisione, si intravede anche un principio di saggezza. Alfa Romeo non rinuncia al futuro, ma sceglie di non farsi travolgere dall’urgenza di inseguirlo. La “multienergia” diventa una forma di sopravvivenza industriale e identitaria, un modo per restare fedeli al proprio Dna pur cambiando lentamente pelle. Quando le nuove Giulia e Stelvio arriveranno, a fine 2027 o nel 2028, dovranno rappresentare molto più di un aggiornamento tecnologico: saranno la prova che l’anima del Biscione può attraversare anche la tempesta della transizione elettrica senza smarrirsi.

Maltempo sulle Alpi: il Tunnel di Tenda è chiuso per neve e rischio valanghe. Ecco le alternative più vicine
Segnali positivi per il mercato dell'auto europeo nel novembre 2025. Le nuove targhe sono state 887.491, in crescita del 2,1% rispetto all'anno scorso. Bene elettriche e plug-in, mentre soffrono benzina...