
Reddito disponibile e auto elettrica hanno una correlazione diretta. Come a dire: chi ha più soldi da spendere riesce ad acquistare una vettura a batteria, che ancor oggi è un bene costoso. E questa parrebbe (ma forse lo è anche) una considerazione logica banale, una tatutologia. Che però, alla prova dei fatti spiega l’importanza degli aiuti statali per la diffusione della mobilità elettrica.
Gli incentivi monetari e fiscali, scrive l’Acea. l’associazione dei costruttori europei in un rapporto pubblicato oggi, sono una pietra miliare della transizione del Vecchio Continente verso i veicoli elettrici a batteria (Bev). Sebbene l’industria automobilistica abbia compiuto progressi significativi investendo massicciamente e ampliando la gamma di modelli elettrici a prezzi accessibili, l’adozione dei Bev (Battery electric vehicle) rimane disomogenea in tutta l’UE.

I dati mostrano una chiara correlazione tra la diffusione sul mercato e la ricchezza nazionale: in paesi ad alto reddito come Danimarca, Paesi Bassi e Finlandia, i Bev stanno diventando mainstream. Ma negli Stati membri a reddito medio-basso, dove il potere d’acquisto è più limitato, la quota di mercato delle auto 100% elettriche è ancora inferiore al 7%. È il caso dell’Italia, che però nel rapporto non viene mai nominata .
Un’azione mirata da parte dei governi può cambiare rapidamente il panorama, sostene l’Acea. Esempi recenti provenienti da Polonia, Slovenia, Spagna e Portogallo dimostrano come programmi di incentivi ben progettati possano aumentare notevolmente le immatricolazioni di Bev. Che si tratti di sovvenzioni, esenzioni fiscali o sistemi di bonus a più livelli, questi programmi riducono la barriera finanziaria e rafforzano la fiducia dei consumatori. I risultati parlano da soli: la Polonia ha raddoppiato le immatricolazioni, la Slovenia ha registrato un aumento dell’89% e il Portogallo vanta ora una quota di mercato superiore al 21%. Questi successi dimostrano che gli incentivi funzionano.
Ma senza tali azioni, i progressi possono rapidamente svanire. Quando gli incentivi vengono ridotti o ritirati, la crescita dei veicoli elettrici a batteria (Bev si arresta. I tagli alle sovvenzioni in Francia e l’improvviso cambiamento di politica in Germania alla fine del 2023 hanno avuto ripercussioni su tutto il mercato dell’UE.
La disponibilità di infrastrutture e modelli da sola non è sufficiente: l’accessibilità economica rimane la chiave di volta per l’adozione di massa. Per raggiungere gli obiettivi climatici, l’Europa ha bisogno di un sostegno prevedibile e a lungo termine che renda la mobilità elettrica accessibile a tutti, non solo ai più ricchi.
Mentre la Commissione europea prepara nuove proposte per rendere più ecologiche le flotte aziendali, i risultati sottolineano un messaggio chiaro: gli incentivi dal lato della domanda sono essenziali per rendere universale la mobilità elettrica.
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