
Settimo appuntamento dell’inchiesta “Come guidi” de L’Automobile, in collaborazione con il brand Esso, sui comportamenti degli italiani al volante.
Moto e scooter sono agili, pratici e accessibili. Sono capaci di infilarsi dove le auto si bloccano, riducendo tempi, costi e stress. Ma a fronte di tanta libertà, il prezzo da pagare è l’esposizione costante ai rischi della strada. Su una moto non esistono cinture, airbag o scocche protettive: il corpo del pilota è parte integrante del mezzo e ne condivide ogni rischio.
Secondo l’ultimo rapporto ACI-Istat, nel 2023 si sono verificati oltre 166.000 incidenti stradali in Italia. Tra le oltre tremila vittime, ben 734 erano motociclisti. Una cifra che, seppur in leggera flessione, testimonia come chi viaggia su due ruote resti tra gli utenti più fragili della strada.
Proteggersi con abbigliamento adeguato, conoscere a fondo il proprio mezzo, adottare uno stile di guida attento e consapevole sono quindi azioni fondamentali per ridurre al minimo i rischi. Ma quali accorgimenti è bene adottare per muoversi davvero in sicurezza? Quali scelte, dalla manutenzione all’abbigliamento, possono fare la differenza? In questo articolo proveremo a rispondere a queste domande, offrendo una panoramica completa per vivere le due ruote con passione, ma anche con testa.

Il casco è il primo e più importante dispositivo di protezione per chi guida una moto. È obbligatorio in Italia dal 1986 e oggi deve essere conforme alla normativa ECE 22.06. I modelli in commercio si dividono in quattro categorie principali:
Da evitare assolutamente il cosiddetto casco a “scodella” o Cromwell, ormai fuori legge, che non garantisce i requisiti minimi di sicurezza.
Indossare guanti omologati è fondamentale per proteggere le mani, una delle prime parti del corpo a impattare sull’asfalto in caso di caduta. Devono essere certificati secondo la normativa EN 13594 e offrire protezione a nocche, palmi e dita, oltre a una chiusura solida sul polso.
I guanti variano in base alla stagione e all’utilizzo: esistono versioni estive leggere e ventilate, modelli invernali con isolamento termico e membrana impermeabile, e guanti da pista in pelle rinforzata, con slider e protezioni rigide pensati per la guida sportiva.
Le calzature da moto devono garantire protezione alla caviglia e al piede. Gli stivali tecnici sono costruiti con materiali resistenti all’abrasione, dotati di rinforzi su punta, tallone e malleoli, e una suola antiscivolo. Devono essere omologati secondo la normativa EN 13634, che ne certifica la capacità di protezione in caso di impatto, abrasione e torsione.
A seconda dell’uso possono essere più o meno rigidi: esistono modelli urbani più leggeri e flessibili, ideali per il commuting quotidiano, e versioni più strutturate per il turismo a lungo raggio o per l’off-road, spesso dotate di membrana impermeabile e chiusure multiple.
Il tronco e gli arti inferiori sono tra le zone più esposte e vulnerabili in caso di caduta. Le giacche tecniche per motociclisti devono essere omologate secondo la normativa EN 17092, che classifica i capi in base a livelli di protezione (A, AA, AAA). Devono inoltre essere dotate di protezioni su spalle, gomiti e schiena, anch’esse certificate secondo EN 1621-1 o 1621-2.
In commercio troviamo giacche estive realizzate in tessuti leggeri e traspiranti con pannelli in mesh, giacche invernali imbottite con fodere termiche e membrane impermeabili, e capi due o tre strati per l’uso in ogni stagione. Ci sono anche giacche casual, pensate per un uso cittadino, che combinano estetica urbana con protezioni interne. Le giacche in pelle sono più resistenti all’abrasione e adatte a un uso sportivo o turistico, mentre le tute da corsa, intere o divisibili, offrono il massimo livello di protezione grazie alla struttura monoblocco e ai numerosi rinforzi.
I pantaloni tecnici seguono lo stesso principio e devono anch’essi rispettare la norma EN 17092. Possono essere in tessuto, con rinforzi su fianchi e ginocchia, oppure in pelle per l’uso sportivo. Alcuni modelli da città sembrano jeans ma integrano materiali antiabrasione e protezioni certificate.

L’introduzione dei sistemi airbag ha rivoluzionato il concetto di protezione passiva per i motociclisti. In commercio esistono sia gilet indipendenti sia giacche e tute con airbag integrati. I primi modelli risalgono all’inizio degli anni 2010, ma è solo negli ultimi anni che la tecnologia si è diffusa in modo capillare.
Gli airbag possono essere meccanici, attivati da un cavo che si sgancia in caso di caduta, oppure elettronici, dotati di centralina e sensori che rilevano accelerazioni e inclinazioni anomale. Una volta attivato, il sistema si gonfia in pochi millisecondi proteggendo torace, colonna vertebrale e collo. I modelli più recenti sono certificati secondo la normativa EN 1621-4 e possono avere un prezzo che varia dai 300 ai 1.000 euro o più a seconda che siano meccanici o elettronici.
Una corretta manutenzione preventiva riduce il rischio di guasti e migliora la sicurezza.
La pressione dei pneumatici va controllata sempre a freddo: i valori corretti sono riportati nel libretto d’uso o su un adesivo presente sul forcellone o sottosella. Pressioni non corrette compromettono la tenuta di strada e aumentano i consumi.

La catena deve presentare il gioco corretto (generalmente tra i 20 e i 30 mm): questo dato è indicato nel manuale del veicolo. La lubrificazione della catena, da effettuare ogni 500 km circa o dopo la pioggia, va eseguita con prodotti specifici come spray al teflon o paraffina.
L’olio motore deve essere del tipo raccomandato dal costruttore, spesso un sintetico classificato JASO MA, come il 10W-40 o il 10W-50, in base all’uso e alla temperatura esterna.
Vanno inoltre controllati lo stato delle pastiglie e dei dischi freno, la corretta funzionalità di luci, frecce e clacson, e il comportamento delle sospensioni, che non devono presentare perdite o rimbalzi anomali.
Quando la moto è appoggiata sul cavalletto laterale, la salita e la discesa devono sempre avvenire dal lato in cui la moto è inclinata. In questo modo si evita di sbilanciare il mezzo.
È importante impugnare con fermezza il manubrio e montare con un movimento fluido.
Se si trasporta un passeggero, è fondamentale che questi salga solo dopo che il conducente è correttamente in posizione e con i piedi ben saldi a terra. Il passeggero deve salire da dietro, aiutandosi eventualmente con le pedane, e scendere con altrettanta prudenza solo dopo essersi assicurato che la moto sia ben ferma.
In città la moto si rivela un’alleata preziosa, ma richiede molta attenzione. Le superfici sconnesse, i tombini, le strisce pedonali, le rotaie del tram e il pavé possono diventare insidiosi, soprattutto in caso di pioggia. In questi frangenti è fondamentale affrontare ogni ostacolo con il corpo il più possibile verticale, le ruote dritte e che incrociano le rotaie e a velocità moderata.

Le rotaie, in particolare, vanno attraversate perpendicolarmente, evitando bruschi cambi di traiettoria. Anche il “filtraggio” tra le auto va affrontato con cautela: è ammesso solo a bassa velocità, con attenzione ai movimenti laterali degli altri veicoli e mantenendo sempre una distanza sufficiente per eventuali frenate improvvise.
Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada anche i motocicli 125 cc possono circolare in autostrada. Ma data la loro potenza limitata e la leggerezza, è fondamentale adottare precauzioni aggiuntive. Bisogna mantenersi nella corsia di destra e a distanza di sicurezza da mezzi pesanti, per evitare le turbolenze d’aria che potrebbero destabilizzare il veicolo.
Affrontare correttamente una curva è fondamentale per la sicurezza.
Per prima cosa la velocità deve essere moderata e proporzionata alla visibilità e al raggio della curva. Non bisogna mai entrare troppo forte, ma piuttosto rallentare prima dell’ingresso, mantenere una traiettoria pulita e rispettare rigorosamente la propria corsia.

Per impostare una corretta traiettoria in curva è utile sempre indirizzare lo sguardo verso l’uscita della curva in modo da preparare una corretta traiettoria. In ingresso curva, una leggera pressione sul freno posteriore può contribuire a stabilizzare la moto e ridurre l’effetto di beccheggio. Il posizionamento del corpo ha un ruolo importante: spostare leggermente il busto verso l’interno della curva aiuta a migliorare la stabilità del mezzo senza dover piegare eccessivamente.
Quando piove, l’aderenza si riduce drasticamente. La prima regola è rallentare: frenare dolcemente, aumentare le distanze di sicurezza, ed evitare le superfici potenzialmente scivolose come strisce pedonali, tombini, pozzanghere e vernici stradali.
È utile utilizzare entrambi i freni in modo equilibrato e sfruttare il freno motore per rallentare in modo progressivo. L’abbigliamento ad alta visibilità è un ulteriore alleato per farsi notare in condizioni di visibilità ridotta.
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