
I labili equilibri geopolitici influenzati dalla “guerra” dei dazi imposti da Trump stanno minacciando l’industria globale dell’auto. Uno degli effetti collaterali della politica del Presidente americano riguarda le restrizioni delle esportazioni delle terre rare imposte dalla Cina lo scorso aprile (QUI il nostro articolo).
Come riporta Bloomberg, le case automobilistiche statunitensi ed europee hanno espresso preoccupazione per i controlli sulle esportazioni delle terre rare da parte della Cina. Restrizioni che, di fatto, rischiano di interrompere la produzione automobilistica globale.
La Mercedes e la BMW sono in trattativa con i fornitori per prevenire carenze di componenti contenenti le cosiddette terre rare. La Mercedes sta discutendo la possibilità di accumulare scorte di determinati articoli. Mentre la Ford ha affermato che alcune componenti impiegano più tempo per superare il processo di approvazione cinese per l’esportazione di terre rare, con un aumento dei costi di spedizione.
Sherry House, direttore finanziario di Ford, in occasione di una conferenza di settore a New York ha dichiarato: “I controlli costringono le case automobilistiche a trovare componenti alternativi o nuovi canali di approvvigionamento. Il mese scorso la Ford ha dovuto chiudere per una settimana uno stabilimento di Chicago che produce il suv Explorer a causa della carenza di terre rare.
Le case automobilistiche hanno bisogno di terre rare come il terbio (Tb) per i motori delle auto elettriche, mentre altre sono utilizzate nei veicoli con motore a combustione, ad esempio nei sensori e nei sistemi elettronici. La Cina domina il mercato della lavorazione di questi materiali (QUI per il nostro approfondimento sulle terre rare).
Alcuni analisti paragonano le restrizioni sulle terre rare alla “crisi” di chip e semiconduttori di due anni fa. John Murphy, analista automobilistico della Bank of America, ha dichiarato ai giornalisti di Detroit durante un evento dell’Automotive Press Association: “È una questione importante per l’industria. Come per altri shock di approvvigionamento, sono molto industriosi e troveranno soluzioni alternative abbastanza rapidamente. Se nel tempo il problema non venisse risolto, diventerà molto costoso per le Case automobilistiche”.
I vertici dell’associazione di categoria Alliance for Automotive Innovation e MEMA, la più grande associazione di fornitori di veicoli, in una lettera congiunta sottolineano i loro timori per lo stop della produzione di auto. Di seguito alcuni passaggi della lettera: “Senza un intervento rapido da parte dell’amministrazione, prevediamo che ciò avrà un impatto e potenzialmente interromperà la produzione automobilistica statunitense nel giro di poche settimane”.
La decisione di Pechino rischia inoltre di mettere KO anche la filiera europea dell’Automotive. Secondo l’associazione dei fornitori Clepa diverse linee di produzione sono già state fermate.
Le soluzioni alternative esistono ma richiedono tempo perché organizzare una catena di approvvigionamento è molto complesso. Per quanto riguarda i motori elettrici, esistono delle unità a corrente che non impiegano terre rare, come quelli promessi dall’italiana Green Silence Group, ma anche marchi come Renault e Bmw, anche se non sono ancora approdati sul mercato.
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