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Terre rare, cosa sono e perché sono così importanti per l’auto elettrica

di Redazione - 07/08/2023

Per quanto l’auto elettrica sia sempre più protagonista, almeno nelle intenzioni delle case automobilistiche, le terre rare sono da sempre una parte importante del sistema automobile. E con l’arrivo dei veicoli bev (battery electric vehicle) la richiesta è salita ulteriormente.

Si tratta ovviamente di metalli, diciassette per l’esattezza, fondamentali per la realizzazione di tutta una serie di componenti che vanno a corredare le vetture. Sono usati anche in altri campi della scienza e della tecnica, come ad esempio in quello delle fibre ottiche, e sono state scoperte verso la fine del 1700. La Cina possiede circa un terzo delle riserve mondiali di terre rare, ma controlla il 90% della produzione complessiva globale.

La Cina possiede circa un terzo delle riserve mondiali di terre rare, ma controlla il 90% della produzione complessiva globale

Il rapporto con l’auto

Come detto poc’anzi, terre rare e auto non sono un connubio legato esclusivamente ai veicoli elettrici, ma quando si tratta di motori a magneti permanenti rappresentano una delle soluzioni più efficienti. Dalle parti di Porsche, a titolo di esempio, i propulsori ev sono formati da circa il 30% di metalli delle terre rare oltre al ferro. Questo consente di avere unità più compatte e leggere, rispetto a competitor che invece impiegano soltanto metalli come il ferro.

Ma quando si tocca questo argomento, arriva di pari passo quello della sostenibilità. Perché al di là della denominazione che “raccoglie” i diciassette elementi di cui sopra, il rischio di esaurire le risorse disponibili è tangibile secondo molti. Detto ciò, è bene precisare che la definizione di “rare” deriva dal fatto che non sia così semplice identificarle, oltre alle complessità legate al processo di estrazione e lavorazione del minerale puro.

Pro e contro

Quindi un’auto potenzialmente più efficiente sulla carta, potrebbe non esserlo se si guarda in toto al suo processo costruttivo. Ma d’altro canto i magneti permanenti più potenti al mondo utilizzano metalli delle terre rare, dato che generano un campo magnetico molto più grande di quello di un comune magnete in ferro (ferrite).

Per quanto concerne la loro reperibilità, Porsche sostiene appunto che alcune di queste terre rare siano più abbondanti del piombo, ma “solo” molto più difficili da estrarre e lavorare. Il che riporta nuovamente al discorso della sostenibilità. Ciò detto, i metalli che rientrano nelle terre rare maggiormente impiegati quando si tratta di questo genere di propulsori sono: il neodimio (il più diffuso), ma anche disprosio e terbio.

Non solo elettriche

Dicevamo che le terre rare non sono soltanto uno “strumento” ad uso e consumo delle vetture elettriche. Anche le termiche ne sono ghiotte. Ad esempio sono adoperate per realizzare i convertitori catalitici delle automobili a combustione interna (o comunque equipaggiate di un motore termico). Sono pure in qualche modo responsabili dei sistemi di assistenza alla guida e non solo, dato che le terre rare sono spesso impiegate nella produzione di sensori e dispositivi radar.

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