
Allungare il ciclo di vita dei veicoli grazie al software? Sì, secondo la Toyota è possibile. A lanciare questa suggestione è Ted Ogawa, amministratore delegato e attuale Presidente di Toyota Nord America nonché dirigente di lunga data della Casa giapponese. L’ipotesi, nemmeno tanto remota, è stata avanzata da Ogawa in un’intervista effettuata con il redattore esecutivo di Autonews, Jamie Butters, e con il giornalista Larry P. Vellequette, alcuni giorni fa.
In un passaggio dell’intervista Ogawa parla di come rendere più accessibili economicamente le auto per i clienti. Oltre alla necessità di razionalizzare il processo produttivo, come nel caso della Corolla Cross che viene costruita in Alabama in una joint venture con Mazda, l’azienda nipponica sta effettivamente studiando come rendere più competitivi i propri veicoli. Una delle ipotesi che la Toyota sta vagliando è quella di utilizzare lo stesso autotelaio per le diverse generazioni del medesimo modello. Semplicemente, l’aggiornamento del veicolo sarebbe effettuato attraverso il software.
Come si traduce all’atto pratico? Stesso hardware, quindi, stesso telaio, o comunque aggiornamenti meccanici lievi, ma a cambiare effettivamente e a rendere più appetibile il modello, sarebbe l’architettura software di nuova generazione.
Con la Toyota Rav4 la Casa nipponica ha posizionato il primo tassello nei cosiddetti veicoli software-defined. Si tratta infatti del primo modello equipaggiato con la piattaforma software Arene utilizzata, tra le altre cose, per alimentare l’assistente vocale, il display centrale del nuovo sistema multimediale, nonché governare gli Adas.

Per Software Defined Vehicles si intendono le auto nelle quali le componenti elettriche vengono gestite da un unico sistema operativo aggiornabile. Questa caratteristica, propria delle vetture Tesla, consente di aggiornare il software delle vetture da remoto senza la necessità di doverle portare in officina.
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