
Testo di Mattia Eccheli
Oltre 3.300 dollari in Germania, più di 2.330 nel Regno Unito e 2.067 in Italia. È l’incidenza del costo del lavoro per automobile prodotta secondo la tabella pubblicata da Handelsblatt, il quotidiano economico finanziario tedesco, e rilanciata da Thomas Schäfer, il ceo del marchio Volkswagen, su Linkedin.
Il Belpaese occupa il terzo posto assoluto e precede la Francia (1.569) e gli Stati Uniti, quinti con 1.341. Poi cominciano le nazioni in cui l’incidenza del lavoro è inferiore ai mille dollari: la prima è il Canada con 968 seguita dalla Spagna, secondo produttore europeo con 2,5 milioni di unità, con 955. In Cina il costo è di 597 dollari. Solo in Turchia (414), Messico (305), Romania (273) e Marocco (106) l’incidenza è inferiore.
La Germania, titola la testata, “è il posto più caro dove produrre auto”. Il manager sottolinea quanto il grafico evidenzi come sia dura la competizione globale in cui è impegnata l’industria tedesca. Schäfer concede che nel paragone con altri stati, nella Repubblica Federale “vengono prodotti modelli più complessi e con un maggior tasso di intensità lavorativa”, ma, ammonisce, “esiste una questione costi’”. Il Ceo di Volkswagen non si lascia scoraggiare: “Per noi è una motivazione in più. Vogliamo dimostrare che in Germania si possono produrre auto in maniera competitiva”.
E cita il “Programma Performance” lanciato due anni fa e anche l’intesa raggiunta alla fine del 2024 per ridurre la sovracapacità produttiva. Concede che il marchio “non è ancora là dove vorrebbe essere”, ma garantisce che verrà fatto tutto ciò che serve per applicare le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi.
Schäfer indirizza poi un appello al nuovo cancelliere Friedrich Merz (che l’altro giorno ha ottenuto la fiducia solo alla secondo votazione, una cosa mai successa al Bundestag) e a Karsten Wildberger, il 55enne tecnico chiamato a dirigere il ministero per la digitalizzazione e l’innovazione. L’impegno assunto della nuova coalizione tra l’Unione cristiano democratica e sociale (CDU e CSU) e i socialdemocratici (SPD) è quello di rafforzare l’economia tedesca: “Per favore mantenete in fretta questa promessa”, scrive il capo di Volkswagen su Linkedin.
Nel dettaglio, Schäfer chiede “meno burocrazia, procedure più rapide e condizioni quadro più affidabili per le imprese”. “Non abbiamo tempo da perdere – insiste – e per aiutare l’industria dell’auto (circa 773.000 posti di lavoro e poco più di 4,1 milioni di auto fabbricate, ndr) vanno abbassati costi dell’energia e sostenuta in modo vincolante la mobilità elettrica”. Un’agenda non troppo diversa da quella che sarebbe necessaria in Italia, dove la produzione è crollata del 43% nel 2024 a 310.000 unità (-32% se si considera il totale dei veicoli, 591.000).
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