BYD mancava all’appello tra i grandi costruttori impegnati nello sviluppo della guida autonoma. Un’assenza che aveva fatto rumore, ma che l’azienda ha subito messo a tacere con una presentazione spettacolare: nel video che vedete qui sopra, mostrato durante l’evento ufficiale, la supercar BYD Yangwang U9 sfreccia in pista senza pilota, dimostrando fin dove può arrivare il nuovo sistema di guida intelligente dal nome altisonante “God’s eyes”.
Con questa mossa, il colosso cinese entra a pieno titolo nella competizione con le aziende leader del settore, puntando su una tecnologia che promette di rivoluzionare l’esperienza di guida non solo sulle auto di lusso, ma anche sui modelli più accessibili.
Il sistema “God’s Eye” si articola in tre varianti, pensate per adattarsi a diverse fasce di mercato.
• God’s Eye C: il livello base, dotato di un cluster di tre telecamere dietro il parabrezza, destinato ai modelli più accessibili del marchio BYD. Alimentato dal sistema DiPilot 100, offre una potenza di calcolo di 100 TOPS e attualmente supporta la guida assistita NOA (Navigation on Autopilot) solo in autostrada, con un’espansione futura anche alle città.

• God’s Eye B: include un sensore LiDAR per migliorare la percezione dell’ambiente ed è destinato ai modelli premium di BYD. Con una potenza di calcolo di 300 TOPS grazie al sistema DiPilot 300, permette una guida assistita più avanzata.
• God’s Eye A: il top di gamma con tre LiDAR, progettato per i veicoli di lusso del marchio Yangwang. Basato su DiPilot 600, raggiunge una potenza di calcolo di 600 TOPS e supporta la guida autonoma NOA sia in autostrada che in città.
Come dicevamo uno degli elementi più interessanti del nuovo sistema di guida autonoma è la sua accessibilità. BYD non ha riservato “God’s Eye” solo ai suoi modelli di fascia alta, ma ha deciso di integrarlo anche nelle vetture più economiche. A titolo di esempio, La BYD Seagull, citycar elettrica che dovrebbe arrivare anche sul nostro mercato, disponibile in Cina a partire da soli 69.800 yuan (circa 9.550 dollari).
Alla base di questa innovazione c’è l’architettura Xuanji, un ecosistema tecnologico avanzato che combina intelligenza artificiale, cloud computing e connettività avanzata. Ogni vettura dotata di questa piattaforma avrà un processore centrale, un’IA basata su cloud e IA locale, oltre a una rete di sensori e connessioni 5G, satellitari e IoT. Inoltre, i modelli più avanzati saranno integrati con il nuovo chatbot Deepseek R1, che migliorerà ulteriormente le capacità autonome dei veicoli.
Con questo annuncio, BYD non si limita a rispondere alle critiche del passato, ma ridefinisce il futuro della guida assistita. L’obiettivo del presidente Wang Chuanfu è chiaro: nei prossimi 2-3 anni, la guida intelligente diventerà una caratteristica imprescindibile per chi acquista un’auto. E con il lancio di “God’s Eye”, BYD punta a prendere la corsia di sorpasso nella corsa verso la mobilità del futuro.
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