
Testo di Emiliano Ragoni
L’Unione Europea consente ai costruttori di auto di aggregare le emissioni di CO2 secondo il meccanismo del “pooling”, ossia la condivisione delle emissioni. Questa possibilità rappresenta una vera e propria ancora di salvezza in virtù dell’entrata in vigore nel corrente anno dei nuovi limiti di emissione fissati a 93,6 g/km di CO2 (limite massimo di emissioni medie per i nuovi veicoli venduti da ciascuna Casa).
Si tratta di limiti molto severi che impongono alle Case due differenti strade: spingere sull’elettrico, vendendo almeno il 21% di EV o, in alternativa, “tagliare” la produzione di auto con motore a combustione così da abbassare il livello medio delle emissioni. Secondo il Ceo del Gruppo Renault, Luca De Meo, le regole sulle emissioni del 2025 potrebbero costare ai produttori di auto europei circa 15 miliardi di euro.
L’altra alternativa è appunto quella di unire le forze. Secondo quanto riportato dalla Reuters, che cita un documento dell’UE, alcune Case automobilistiche stanno pianificando l’acquisto di crediti di carbonio da aziende specializzate nella vendita esclusiva di veicoli elettrici come Tesla e Polestar. Ciò è possibile perché le Case che vendono solo EV possono cedere i crediti di carbonio in eccesso ad altri produttori che si uniscono a loro.
Stando a quanto emerso dal documento dell’UR, le società in procinto di accorpare le loro emissioni di anidride carbonica con la Tesla sarebbero Stellantis, Toyota, Ford, Mazda e Subaru.
Parallelamente a questo pool, se ne formerà un altro, con la Mercedes che ha deciso di allearsi con il Gruppo Geely e con i marchi di sua proprietà come Polestar, Volvo e Smart.
La conferma arriva dalla stessa Mercedes, la quale ha dichiarato in un comunicato che l’entrata nel pool è utile per “raggiungere gli obiettivi europei 2025 di emissioni di CO2 per il nuovo parco auto”.
Secondo quanto riportato nel documento dell’UE, i due pool sono comunque ancora aperti all’adesione di altre case automobilistiche, che comunque dovranno presentare domanda entro il 5 febbraio, per il pool guidato da Tesla, ed entro il 7 febbraio per quello guidato dalla Mercedes.
Quella della vendita dei crediti di carbonio per la Tesla è un business redditizio, rappresentando nei primi nove mesi del 2024 quasi il 3% dei suoi 72 miliardi di dollari di entrate totali.
Discorso analogo per la Volvo. L’azienda svedese ha dichiarato di essere sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di emissioni di CO2 fissato dall’UE per il 2025 e che quest’anno prevede un surplus “significativo” di CO2. Nel periodo gennaio-settembre del 2024, le vendite di crediti di carbonio hanno rappresentato circa lo 0,3% del fatturato totale della Volvo.
Fonte: Reuters
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