
L’imminente cambio di amministrazione negli Stati Uniti, con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, sembra destinato a portare a significativi cambiamenti nelle politiche di elettrificazione. Non solo nel settore automobilistico, con la possibile cancellazione del credito d’imposta di 7.500 dollari, ma anche e soprattutto per quanto riguarda le flotte militari.
Il Dipartimento della Difesa (DOD) ha attualmente in corso diversi programmi per l’acquisto e lo sviluppo di veicoli militari elettrici, con un obiettivo ambizioso: convertire l’intera flotta di veicoli non tattici a propulsione elettrica entro il 2035.
Questo impegno si è tradotto in investimenti e progetti concreti da parte di diverse aziende del settore. Tuttavia, l’orientamento dell’amministrazione Trump sembra andare in una direzione completamente diversa, con la probabile interruzione di questi programmi.
Una delle prime azioni previste potrebbe essere lo stop all’acquisto di nuovi veicoli elettrici da parte del governo e delle forze armate, ribaltando l’attuale tendenza che vede un aumento progressivo degli acquisti di mezzi a zero emissioni.
Questo blocco non si limiterebbe all’acquisto di veicoli già disponibili, ma si estenderebbe anche ai programmi del DOD mirati allo sviluppo di nuovi mezzi militari elettrici. In pratica, tutti gli sforzi compiuti finora per l’elettrificazione della flotta militare potrebbero essere vanificati da un brusco cambio di rotta.
Nonostante queste incertezze, è importante sottolineare che diverse aziende hanno già investito risorse e competenze nello sviluppo di veicoli militari elettrificati. Ad esempio, la GM Defense ha realizzato un veicolo militare concettuale basato sull’Hummer EV, chiamato eMCV, e un veicolo tattico di nuova generazione derivato dal Chevrolet Silverado 2500HD ZR2.
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