
Vi abbiamo già parlato non molto tempo fa della diffusione di materiali vegani al posto di plastiche e pellami per gli interni. Questa il volta il focus è proprio sulla pelle dei sedili, sempre meno protagonista quella “animale” e sempre di più “vegetale”. Un recente rapporto di IDTechEx mette in luce nuove opzioni che potrebbero rivoluzionare gli interni delle vetture, con l’impiego di materiali ricavati da scarti vegetali e funghi.
Lo sviluppo di veicoli elettrici e la consapevolezza ambientale dei consumatori stanno spingendo l’industria automobilistica a cercare soluzioni sempre più sostenibili. Anche se ancora in fase di perfezionamento, i materiali alternativi alla pelle tradizionale rappresentano una svolta importante per le case per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale dei veicoli, soprattutto nell’era dell’elettrificazione.
Le pelli derivate da fonti animali sono infatti responsabili di elevati livelli di emissioni di gas serra. Le aziende stanno sperimentando soluzioni come la pelle vegetale, ottenuta da bucce di mela, foglie di ananas, cactus, uva e persino bambù. Tuttavia, come sottolineato dal rapporto, questi materiali richiedono ancora l’utilizzo di una certa quantità di plastica per migliorarne la durata.

Un esempio concreto di questa sperimentazione viene dall’azienda di design automobilistico di Ian Callum, che ha presentato una Porsche 911 restomod con interni composti da materiali derivati da scarti come polpa di caffè, lenticchie e gusci d’uovo. Un altro filone di ricerca riguarda la pelle miceliale, creata dalle radici filamentose dei funghi, che possono essere lavorate fino a formare un materiale simile a un tappetino, facilmente modellabile per creare rivestimenti interni.

Oltre a ridurre l’impatto ambientale del processo produttivo, questi funghi possono essere coltivati nello stesso ambiente in cui si realizza il prodotto finale, utilizzando meno acqua ed energia rispetto ai materiali tradizionali. Concept car come la Cadillac Sollei e la Mercedes-Benz Vision EQXX hanno già esplorato questa soluzione.
Il rapporto esamina anche l’uso di materiali microbici, sviluppati attraverso la fermentazione di microrganismi, o la coltivazione in laboratorio a partire da biopsie di cellule animali. Tuttavia, questa tecnologia è ancora in fase sperimentale e presenta sfide simili a quelle dei materiali vegetali, come l’inclusione di plastica per aumentarne la resistenza, compromettendo così l’obiettivo di riduzione delle emissioni. Inoltre, l’utilizzo di cellule animali potrebbe sollevare dubbi etici, rendendo tali materiali inadatti a un pubblico interessato a soluzioni completamente vegane.
Le auto elettriche, che già beneficiano di un’impronta ambientale ridotta grazie all’assenza di emissioni dallo scarico, sono i veicoli più adatti a ospitare questi materiali innovativi. Marchi come Volvo hanno già intrapreso questo percorso, utilizzando materiali sostenibili e riciclati nel SUV elettrico EX90, mentre la NASCAR ha sperimentato carrozzerie in lino per prototipi di auto da corsa elettriche.
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