
Testo di Umberto Zapelloni
La F1 non è uno sport per vecchi, ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze, perché proprio la stagione numero 75, quella che scatterà questo fine settimana in Australia, potrebbe raccontarci una storia dal finale completamente diverso rispetto al passato.
In questo 2025, ultimo anno prima della grande rivoluzione regolamentare, ci sono tre piloti nati negli anni 80, nove nati negli anni 90 e ben otto venuti al mondo nel nuovo millennio. Si passa dai 43 anni di Alonso, che a fine luglio diventeranno 44, ai 18 compiuti la scorsa estate da Kimi Antonelli. Proprio nell’anno in cui sta andando in onda il ringiovanimento più massiccio degli ultimi tempi con tre debuttanti (Antonelli, Bortoleto e Hadjar) e due quasi (Doohan e Bearman), il più atteso è il “Grande Vecchio” del Mondiale.

Non il più anziano, primato che spetta ancora a Fernando Alonso, ma Lewis Hamilton. Dopo aver compiuto i 40 anni all’inizio del gennaio scorso, la prima cosa che ha fatto è stata di annunciare su Linkedin che aveva cambiato posizione lavorativa, ha scelto un abito a caso nel suo guardaroba e si è presentato a Maranello postando un’immagine che è stata la più vista della storia social della F1, con quasi cinque milioni di like. Non contento, all’incontro precampionato con tutta la squadra, ha fatto un discorso in italiano. Leggendolo sul telefonino, certo, ma in italiano. Non sono i comportamenti che avrebbe uno arrivato in Ferrari solo per incassare il contratto più ricco della sua carriera. Sono i segnali che manda chi è arrivato con la voglia di lasciare un segno. E da uno come Hamilton, con i suoi sette titoli mondiali in bacheca, non si può pretendere altro che il titolo mondiale, per lasciare un segno indelebile.
“Ho cercato di immaginare come sarebbe stato il mio arrivo in Ferrari fin da quando è stato annunciato più di un anno fa… Ho trovato molto più di quello che mi ero immaginato. La grandiosità del team, la passione che senti appena entri…”, ha detto Lewis che sempre più spesso prova a parlare in italiano.
Le vetture di quest’anno, presentate per la prima volta con un grande show che ha radunato tutti alla O2 Arena di Londra lo scorso 18 febbraio, sono un’evoluzione di quelle dello scorso anno, cosa che lascia presagire un certo equilibrio in pista tra i quattro team che nel 2024 si sono divisi le vittorie con sette piloti. Ci vorranno almeno tre gare per avere le idee chiare, ma tutto lascia presupporre un duello Ferrari-McLaren per il titolo, con incursioni del guastatore Verstappen e qualche apparizione “strappa applausi” della Mercedes, magari anche con Kimi Antonelli. Sarà insomma una stagione piena di motivi di interesse a cominciare da quanto accadrà in casa Ferrari.
La nuova SF-25, presentata online mentre a Londra andava in onda lo show di inizio anno con tutti i team, non è una semplice evoluzione della vettura dello scorso anno. È quasi completamente nuova. Sopra e sotto il vestito. Con un rosso opaco, più scuro e tanto bianco sulla carrozzeria modellata nella rinnovata galleria del vento e una sospensione pull rod per la prima volta su una Ferrari nell’era ibrida. “Abbiamo lavorato duramente, cambiando il 99% della monoposto, evolvendone l’architettura in maniera di massimizzarne le prestazioni. La sospensione anteriore pull rod è solo il più evidente dei tanti cambiamenti significativi che abbiamo apportato. La stagione che ci attende proporrà una sfida serratissima, nella quale ogni millesimo potrà contare. Siamo dunque pronti a fare del nostro meglio per trovare quei guadagni, anche marginali, che potranno fare la differenza”, ha spiegato Loic Serra, il nuovo direttore tecnico del telaio, arrivato dalla Mercedes ancora prima dell’ingaggio di Hamilton.
Quale sia l’obiettivo quest’anno lo dice, senza nascondersi, Fred Vasseur: “La scorsa stagione ci ha visto lottare fino all’ultima curva per il titolo Costruttori, e siamo determinati a costruire partendo da quella solida base, con l’obiettivo di puntare alla conquista di entrambe le classifiche”.
Lewis Hamilton fin qui si è preso tutta l’attenzione mediatica, monopolizzando ogni mezzo. Dalle copertine delle riviste, agli spazi su quotidiani, televisioni e social. Se ne sono occupati a lungo anche negli States, prima che a Los Angeles decidessero di mettere in scena il clamoroso arrivo di Luka Doncic ai Lakers di King James. Ma il bello deve ancora arrivare. Perché se la prima fotografia di Hamilton in rosso ha spaccato, che cosa succederà alla prima fotografia di Hamilton in rosso durante il weekend del debutto ufficiale in gara e poi quando arriverà lo scatto della sua vittoria numero 106, la prima senza un motore Mercedes della sua carriera? Il problema, sempre che lo si possa considerare tale, è che Hamilton in Ferrari non si trova di fianco un compagno di squadra messo lì per accompagnarlo in una marcia trionfale.

Charles Leclerc, il ragazzo cresciuto in casa, è qui per lasciare un segno a sua volta cominciando dalle qualifiche che una volta erano la specialità di casa Hamilton (104 pole) che però dal GP d’Ungheria del 2023 non parte più davanti a tutti. “Pensare al campionato costruttori è la cosa più logica: l’anno scorso siamo arrivati secondi, molto vicini alla McLaren. Ma io ho un sogno da sempre: vincere il titolo e spero di riuscirci nel 2025”. Il duello in casa Ferrari è di quelli da maneggiare con cura perché nella storia della F1 le sfide tra compagni di squadra sono state tra le più cruente come ci hanno insegnato Senna e Prost, ma anche Villeneuve e Pironi per restare a Maranello.
“Con Lewis andiamo molto d’accordo, ho tanto da analizzare sul suo modo di lavorare e sulla sua guida. Speriamo sia l’anno della Ferrari”, spiega Charles che per ora con Lewis si sfida a scacchi. Toccherà a Fred Vasseur gestirli nel miglior modo possibile, con un vantaggio: li conosce fa da quando erano ragazzini e hanno esordito in monoposto. Dovrebbe sapere come prenderli, come gestirli, come scuoterli evitando di farli esplodere. Il suo lavoro quest’anno è il più delicato del Circus. Tutti vorrebbero essere nei suoi panni, ma nello stesso tempo nessuno vorrebbe avere i suoi pensieri. Vasseur scaccia ogni ombra che gli attraversa la testa con un sorriso, ma quei due sono capaci di far venire il mal di testa a chiunque. Ci sono già parecchie scommesse a chi indovinerà il primo gran premio in cui partiranno i fuochi d’artificio.

Concorrenza interna a parte, i grandi avversari dei ferraristi saranno Lando Norris e Oscar Piastri, con una McLaren che quest’anno dovrebbe essere competitiva fin dalla prima gara. La domanda nel loro caso è: sapranno essere altrettanto competitivi? L’anno scorso la McLaren era la miglior macchina, tanto che ha conquistato il titolo Costruttori, ma i piloti hanno sbagliato troppo. Quest’anno non avranno più la rete sotto le loro esibizioni, se sbaglieranno ancora potrebbe finire con Zak Brown, ad di McLaren Racing, sul mercato alla ricerca di qualcuno di più affidabile.

Max Verstappen, che presto diventerà papà, ha trascorso un inverno in letargo. Si è saputo solo che ha speso una cinquantina di milioni in un nuovo super jet che gli permetterà di spostarsi più comodamente e più rapidamente in tutte le 24 tappe di un campionato infinito. La Red Bull gli ha cambiato compagno di squadra, pensionando Perez e affiancandogli il giovane Lawson. Sainz a parte, Verstappen è uno che ha triturato tutti i suoi compagni… Vedremo come finirà. Ma la Red Bull non poteva fare altrimenti. Deve pensare al futuro, che potrebbe anche prevedere una fuga di super Max. Per ora andrà a caccia del quinto mondiale di fila, una cosa che nella storia è riuscito a fare solo Michael Schumacher.

L’ultima grande scommessa del 2025 è quella della Mercedes che ha sostituito un mito come Hamilton con il “baby” Kimi Antonelli. Una mossa intelligente perché solo Verstappen avrebbe potuto reggere il confronto con Lewis, mentre prendendo un giovanissimo debuttante si mettono subito le cose in chiaro: ogni paragone è vietato. Kimi dovrebbe avere tempo per crescere e maturare, sentire la pressione, perché è ovvio che l’avrà, ma senza avere il peso di dover fare subito risultato. Non avrà vita facile con un compagno di squadra che di fianco a Hamilton è cresciuto molto e oggi si sente caposquadra con tutte le ambizioni che ne conseguono. Ma Kimi potrebbe avere la macchina per regalarci una vittoria italiana che manca dal GP della Malesia del 2006, quando vinse Giancarlo Fisichella. L’anno prima che un pilota Ferrari, chiamato Kimi anche lui, conquistasse l’ultimo titolo mondiale per la Scuderia.
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