Il periodo che va dalla metà degli anni 80 fino al 1996 ha rappresentato l’apice della categoria Turismo, grazie al Campionato Superturismo in Italia, al BTCC in Uk e soprattuto al DTM tedesco che diventò talmente popolare da minacciare l’egemonia della Formula 1. L’aspetto vincente era l’utilizzo delle berline più performanti molto simili alla versione stradale che poteva essere acquistata dagli appassionati sognando di emulare i propri beniamini in pista nella miglior tradizione del “Win on Sunday, sell on Monday” – Vinci la Domenica per vendere il lunedì.
Un’epoca che ha lasciato in eredità capolavori ingegneristici come la BMW M3 E30 vincitrice del DTM nel 1987 e nel 1989, l’Audi V8 Quattro che riuscì a imporsi per due anni consecutivi nel 1990 e 1991, ma soprattutto la lotta tra Alfa Romeo 155 DTM e Mercedes, prima con la 190 Evo 2 e poi con la Classe C DTM.
Per noi italiani il 93 rimarrà l’anno più bello con Nicola Larini che conquista il titolo aggiudicandosi 12 vittorie su 20 gare e porta l’Alfa Romeo sul gradino più alto del podio proprio nel giardino di casa teutonico. Un vero smacco! L’idea dei tedeschi era di riportare in gara il marchio del Biscione per dare ulteriore lustro al DTM, ma non immaginavano che già dall’esordio, nel 1993 a Zolder in Belgio, la 155 DTM sarebbe stata così competitiva centrando pole e vittoria.
Battaglie all’ultimo respiro senza “under investigation” e penalità che contraddistinguono il motorsport moderno, basti pensare al celeberrimo tamponamento tra Nannini e Ash nel 1994 che costò il Titolo al pilota italiano. Senza quella scorrettezza Alfa Romeo sarebbe riuscita a sconfiggere l’armata Mercedes per due anni consecutivi.
Ah i vecchi tempi..
testo di Stefano Beloni
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