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Auto elettriche: cresce la rete di ricarica in Italia

di Marco Triulzi - 05/03/2025

Colonnine fast della Ionity

Se le auto elettriche in Italia non sono diffuse, non si può dire altrettanto per le colonnine. Infatti, come riporta lo studio di Motus-E, nel Bel Paese si è registrato nel 2024 un incremento del 27%  e un totale di 64.391 punti di ricarica attivi. Allo stato di cose attuali (con ancora poche auto elettriche in circolazione), l’Italia si conferma così tra i paesi più virtuosi d’Europa per densità infrastrutturale, con 1 punto di ricarica ogni 4 km di rete stradale e un rapporto 19 punti ogni 100 auto elettriche. Resta l’urgenza di un maggior coordinamento tra operatori privati e istituzioni, sottolinea il presidente di Motus-E, Fabio Pressi. Sia per superare gli ostacoli burocratici che per incentivare l’espansione della rete nelle aree meno servite.

L’espansione della rete: Lombardia prima, Napoli l’area con più densità di colonnine

L’infrastruttura di ricarica pubblica è cresciuta in modo significativo in tutto il Paese, con un ritmo di installazione particolarmente elevato nel Nord Italia, che ospita il 57% delle colonnine attive. La Lombardia guida la classifica con 12.926 punti di ricarica, seguita da Lazio (6.917), Piemonte (6.151) e Veneto (5.880). La regione lombarda è anche quella che ha registrato la maggiore crescita nell’ultimo anno, con 3.531 nuove installazioni nel 2024, davanti a Lazio (+2.258) e Piemonte (+982).

Per quanto riguarda i centri urbani, Roma è la città con il maggior numero di punti di ricarica installati (3.117), seguita da Milano (1.400) e Napoli (1.235). Se si considera la densità di infrastrutture rispetto alla superficie cittadina, Napoli si posiziona al primo posto con 11 punti ogni km², seguita da Torino (**8 punti/km²*) e Milano (**poco meno di 8 punti/km²**).

Anche la rete autostradale ha beneficiato di un rafforzamento dell’infrastruttura di ricarica, con 1.087 punti di ricarica attivi lungo le autostrade italiane, di cui il 64% con potenza superiore a 150 kW, per consentire ricariche rapide e ultraveloci. Considerando anche le colonnine posizionate nei pressi delle uscite autostradali, il numero totale sale a 3.447, segnando un ulteriore passo avanti verso una mobilità elettrica più capillare.

Copyright: Motus-E

Italia avanti in Europa, ma il mercato delle auto elettriche è ancora indietro

I dati raccolti da Motus-E evidenziano come l’Italia sia tra i Paesi più avanzati in Europa nella realizzazione di infrastrutture di ricarica, con un rapporto di 19 punti ogni 100 auto elettriche circolanti, superiore a quello di Francia (14 punti/100 auto), Germania (8 punti/100 auto) e Regno Unito (7 punti/100 auto). Il primato si conferma anche sul fronte delle colonnine veloci in corrente continua (DC), con 3,4 punti ogni 100 auto elettriche, contro i 2,6 della Francia, 1,7 della Germania e 1,2 del Regno Unito.

Come dicevamo, le auto elettriche faticano a trovare nuovi clienti in Italia. La quota di mercato delle BEV nella Penisola si attesta attorno al 5%, ben al di sotto del 17,4% della Francia, del 16,6% della Germania e del 21,3% del Regno Unito. Secondo Motus-E, la bassa penetrazione dei veicoli elettrici rischia di rallentare ulteriormente gli investimenti nelle colonnine di ricarica, specialmente nel Sud Italia, dove il numero di auto a batteria è ancora limitato.

Cosa non funziona della rete di ricarica delle auto elettriche?

Per garantire una crescita equilibrata dell’infrastruttura, Fabio Pressi di Motus-E sottolinea la necessità di rivedere i meccanismi di cofinanziamento e semplificare gli iter autorizzativi, in modo da rendere operativi i punti di ricarica ancora inutilizzabili. Attualmente, il 16% delle colonnine installate non è ancora attivo, spesso a causa di ritardi burocratici o problemi di connessione alla rete elettrica.

Motus-E auspica un aggiornamento del Piano Nazionale Infrastrutturale per la Ricarica (PNIRE), oltre a una maggiore sinergia tra pubblico e privato per sostenere gli obiettivi europei.  “Abbiamo un’infrastruttura all’avanguardia, ma adesso è fondamentale valorizzare il lavoro fatto e spingere sulla crescita del mercato elettrico”, conclude Pressi.

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