Energia, infrastrutture e industria per la mobilità a zero emissioni. A che punto siamo? Il tema è certamente al centro dell’agenda politica e, di conseguenza, sempre più d’interesse dei cittadini – automobilisti e non – che devono e dovranno districarsi sempre più fra nuove regole e limitazioni. Spesso con ricadute locali. La discussa Area B di Milano è un esempio, così come l’incertezza che scuote i listini dell’auto man mano che si avvicina la data limite del primo gennaio 2035. Ricordiamolo: da quella data non potranno più essere vendute vetture con motori endotermici, ma solo a zero emissioni. Elettrici, quindi. Ma non solo. A quanto pare infatti, fra lobbisti, costruttori, decisori politici e ricercatori e studiosi, si sta facendo sempre più strada un percorso complementare, fatto di neutralità tecnologica – che premia cioè la tecnologia più adatta allo scopo preciso, senza pregiudicare le altre soluzioni – e introduce nuovi attori come metadati, carburanti alternativi e soluzioni sostenibili e inclusive per tracciare i percorsi delle nuove mobilità.
Di tutti questi scenari, opportunità e prospettive, si è parlato al recente Forum 2023 The Urban Mobility Council: prezioso think thank patrocinato dal Gruppo Unipol, che intende proseguire un confronto tra istituzioni, università e industria, allo scopo di ricercare un bilanciamento tra sostenibilità industriale e infrastrutturale nella prospettiva della transizione energetica.
The Urban Mobility Council intende quindi promuovere una piattaforma permanente di discussione, di condivisione di idee, ricerche e case studies, al fine di stimolare la riflessione sulle nuove forme di mobilità, sempre più al centro delle politiche energetiche e industriali italiane ed europee. Il progetto si avvale del contributo scientifico del Politecnico di Milano e del supporto di un Comitato di Indirizzo, composto da un numero selezionato di autorevoli rappresentanti del mondo istituzionale, accademico e corporate, ha il compito di presidiare il tema della mobilità, offrendo spunti per l’elaborazione di contenuti e monitorando le attività del Think Tank e la loro coerenza con gli obiettivi iniziali.
Fra loro Carlo Ratti – architetto, urbanista e ingegnere, Direttore Senseable City Lab, Massachusetts Institute of Technology di Boston – che ha commentato: “Stiamo vivendo un periodo molto interessante, di grandi trasformazioni a livello tecnologico e sociale. Internet sta entrando nello spazio fisico – lo spazio delle nostre città – e diventando Internet of Things, andando a modificare molti dei paradigmi dell’urbanistica del passato. Uno dei settori più interessati al cambiamento è quello della mobilità, dove i veicoli stanno diventando ‘computer su ruote’ in grado di produrre e raccogliere enormi quantità di dati. Proprio dall’analisi dei big data, come ci dimostra la ricerca in partnership con Unipol, possiamo andare ad accelerare ancora di più l’evoluzione delle nostre città e delle nostre strade, seguendo imperativi di sicurezza e attenzione ambientale”.
L’utilizzo sempre maggiore e analitico dei dati è già possibile anche grazie a tecnologie che consentono di raccogliere capillarmente, seppur in forma anonima, una serie di analisi fondamentali. A tal proposito, uno studio del Politecnico di Milano evidenzia come i veicoli non immediatamente elettrificabili potrebbero continuare a circolare, a determinate condizioni, anche nelle zone a traffico limitato, se si prendessero in considerazione i dati rilevati dalle green box, uno strumento per definire e classificare l’impatto ambientale di ciascun veicolo, superando la tradizionale definizione di appartenenza alla classe euro.
La ricerca e le analisi realizzate con i dati della telematica UnipolTech consentono infatti di passare dal concetto di black box a quello di green box, andando a misurare in modo continuativo i km percorsi, le velocità, le brusche accelerazioni e le frenate. Un po’ come fa il dispositivo Move In di Regione Lombardia per garantire l’accesso in Area B.
In sintesi, l’analisi dei dati di guida di un’automobile mostra come un veicolo ecologico (classe Euro elevata) guidato in modo inefficiente possa generare un impatto ambientale maggiore rispetto a un’automobile più vecchia ma guidata in modo ”green”.
Emerge quindi l’importanza del chilometraggio e dello stile di guida sull’impatto ambientale complessivo di un veicolo, indipendentemente dalla sua età o tecnologia di propulsione e si evidenzia la necessità di promuovere una guida ”green” e responsabile, fornendo informazioni agli automobilisti sulle pratiche di guida che possono ridurre le emissioni e l’inquinamento atmosferico.
È un approccio innovativo che consente alle amministrazioni pubbliche di pianificare politiche efficaci per la gestione del traffico veicolare privato e limitare l’inquinamento. In sostanza, attraverso i dati delle green box, le amministrazioni locali potrebbero passare da politiche basate sui dati medi, come quelli sulla quantità di emissioni rilasciate da un certo tipo di motore, a politiche basate sui dati effettivi del singolo veicolo e su come è guidato. Una rivoluzione, in particolare nella gestione degli accessi ai centri urbani, perché l’ingresso nelle ztl sarebbe basato non solo sull’auto che si possiede, ma sui km che si percorrono, sulle velocità che si adottano, sul suolo che si occupa, sullo stile di guida.
“Far parlare i dati è necessario per adottare politiche efficaci per la transizione ecologica che siano anche economicamente sostenibili e socialmente eque. Per questo ho molto apprezzato la ricerca condotta dal Politecnico di Milano con i dati forniti da Unipoltech”, ha commentato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. “La mobilità sostenibile rappresenta certamente un propulsore importante per raggiungere gli obiettivi del ‘Fit for 55’ e il ministero è impegnato ad abbracciare le migliori soluzioni tecnologiche, salvaguardando al contempo una filiera in cui l’Italia vanta eccellenze mondiali. Grazie ai fondi del Pnrr, il Mase sta imprimendo una forte accelerazione alla mobilità elettrica e sta incentivando l’impiego di alternative verdi per la decarbonizzazione dei trasporti come il biometano e l’idrogeno”.
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